Il Canto dell' Anguana

Nota critica di Armando Bertollo

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Il Canto dell’ Anguana

Patrizia Laquidara e Hotel Rif, testi poetici di Enio Sartori



Nota critica di Armando Bertollo



Dichiara Patrizia Laquidara: “Il noi e il voi non esiste. Esiste solo il noi.” Questo “noi” inclusivo parte da lontano. Un viaggio durato dieci anni, come quello dell’ Ulisse omerico, proprio per incrociare quelle “rotte erranti” e far risuonare nel dialetto dell’Alto Vicentino le esperienze musicali e vocali dei popoli del mediterraneo. Ce lo conferma Enio Sartori, che in quel “noi” rientra a pieno titolo, come autore dei testi poetici che elevano la lingua del “Canto dell’Anguana” a una dignità letteraria mai raggiunta se non con Luigi Meneghello. Dieci anni, durante i quali Patrizia Laquidara ha pubblicato tre album, ha viaggiato in Portogallo, Brasile, Giappone, Stati Uniti, e per altre terre del mediterraneo, sempre attenta ad abbracciare, accogliere, sperimentare nuovi territori sonori con quella fame mai sazia, tipica del talento artistico e poetico che non si appaga di un riconosciuto saper fare, ma è continuamente spinto dall' intima necessità di rimettersi in gioco, in un lavoro di studio e di perfezionamento senza sosta. Nei dieci anni che sono intercorsi tra il suo incontro e sodalizio artistico con gli Hotel Rif, il gruppo di ottimi musicisti che con lei hanno condiviso il viaggio di ‘appropriazione’ delle sonorità folk e la loro contaminazione, fino al compimento di questo “Canto dell' Anguana”, Patrizia Laquidara ha conosciuto il palcoscenico sanremese, nel 2003, dove ha conseguito il premio Mia Martini della Critica e il premio Alex Baroni per la migliore interpretazione, è stata premiata come miglior cantante di musica popolare nel 2007 dal Conservatorio di Bologna, e nel 2009 si è aggiudicata uno dei Magna Grecia Award. Insomma, quest’artista siciliana di nascita ma alto vicentina di adozione, è cresciuta assieme al suo progetto ed ora può dichiarare questo “noi” inclusivo che è indicatore della sua nobiltà d' animo e di consapevolezza dell’ importanza del coltivare la propria vocazione in un gioco di scambio dare/ricevere onesto verso di sé, verso i suoi collaboratori (non dimentichiamo, tra gli altri, l' importante contributo di Alfonso Santimone e delle “Canterine del Feo”) e verso il pubblico. In questo senso “tutto” siamo “noi”: il senso del vivere ‘funziona’ solo ‘insieme’. E’ con un certo orgoglio che affermo questo, perché mi sembra incredibile, quasi un sogno, sentire la mia lingua madre così bella, ‘suonare’ in un contesto così ricco di suggestioni culturali, storiche e geografiche. Il Canto dell’Anguana, di questa affascinante e al tempo stesso inquietante creatura della mitologia popolare, metà donna e metà serpente, archetipo del mistero della femminilità/fertilità/ maternità, ma anche sirena ammaliatrice in grado di far perdere il senno, ci parla di incontri, di passione, di morte, di amore materno, di acque e di viaggio, alternando ballate e momenti di intimità in continuo “noi” - come le variazioni dell’onda del mare - che non mi permette di scegliere e di privilegiare un brano rispetto ad un altro, ma che induce ad ascoltare tutto il cd come fosse un’unica, inscindibile traccia.Il mio invito, se possibile, è quello di ascoltare quest’opera al buio, dove l' oscurità diventa la culla che permette alla musica degli Hotel Rif, alla poesia di Enio Sartori, alla voce incantevole di Patrizia Laquidara, di accendersi come una luce, un faro, un riferimento per noi che condividiamo l' esperienza del tempo.

(23 gennaio 2011)



P.S. : Come sarebbe bello se Fabio Fazio si accorgesse del Canto dell'Anguana, il Veneto è anche questo. ( integrazione del 2/03/2010)




Scheda del CD