Armando
Bertollo approfondisce le varie forme di linguaggio, (verbale,
visuale, musicale e cinetico). Dal 1991 si interessa delle forme di
linguaggio e delle loro interferenze.
Le
esperienze di linguaggio di Bertollo approdano
nella visione verbale visiva che si orienta verso forme artistiche di
movimento ed esaltazione del concetto visivo, che si estende in una
costruzione che diventa habitat delle parole come espansione di
significato evocativo emozionale.
Nell’opera”
Ribeltà” l’artista compie un notevole impegno di
struttura geometrica, che sostiene la parte verbale, meticolosa e
formale nell’ esecuzione. “Il Teatrino della scrittura”
appare sicuro nella padronanza tecnica. Le parole trovano con libertà
la propria collocazione e nel movimento creano un senso di
suggestione e appartenenza. E’ interessante notare come
Bertollo compia un intervento estetico per consegnare alla scrittura
il senso del significato, nell’espansione ritmica del
movimento.
La
lettura di queste scritture tende a formarsi in un modo ludico,
all’inizio si aprono, poi rallentano, scivolano,scendono, si
fermano e infine scorrono via. Questo movimento occupa lo spazio e la
dimensione interiore, muovendo il nostalgico e il ricordo, nei
dettagli di riflessione quasi obbligatoria della parola. Il senso
artistico e concettuale si affianca al “Dadaismo” con
riferimenti al “Futurismo” che intendevano rinnovare,
capovolgere e sbalordire la realtà con evocativi verbali.
In
questo periodo la ricerca verbale e visiva della scrittura fu molto
intensa e creativa.
Bertollo
esplora in questo senso, altre dimensioni creative legate ad una
riflessione primitiva che ricorda l’archetipo, il quale si
espande nella struttura creativa, come significato figurato e
simbolico.
Le
scritture dell’artista appaiono semantiche, come forma
esteriore di un linguaggio che racconta l’espandersi di un
vissuto ora presente, ora lontano, frammentato, che trasportano
il lettore a possedere e a concentrare i livelli emozionali di un
credo verbale, che concentrandosi nell’essenza, si espande nel
nulla….come sensazione di un’ottica che ridimensiona
l’illusione di trattenere ciò che muta nel tempo.
Tempo,spazio,luogo e vissuto, attraggono Bertollo che è
interessato non a definire
lo
scopo della scrittura, ma bensì a trattenerlo per non
danneggiarlo.
Il
senso poetico dell’artista, appare un racconto dentro un
teatrino di appartenenze che tendono ad accendersi per poi sbiadirsi
verso dimensioni interiori da definire, dove la contaminazione visiva
si sgretola verso la congiunzione di parole che non trattengono
l’evento, ma lo invitano a compiere ciò che non si può
definire.
In
Bertollo il miracolo della scrittura, tende a compiere gli eventi
dentro uno sguardo che mira a conservare nella memoria il ricordo di
ciò che si evolve dentro il mistero della vita.
Ives
Celli – Esperta di Immaginario- Autrice di saggi
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