will
nel giorno della memoria (27.01.2010)
will
fu il segnale di nuove vite
fu
l’immenso che si scatena dentro il sole
acerbo
dei nostri orizzonti —
l’ho
visto prorompere in un pianto
sedato
soltanto da un giro veloce di culla
will
ebbe a dire una preghiera appena uscito
per
tutti quelli ancora stretti nei rifugi
o
abbandonati alle rovine della storia —
ho
visto le sue mani stringere l’aria
palpare
l’immenso vuoto che ci circonda
will
guarda in quel vuoto
tra
bagliori di fiamma e veri angeli velati d’oro
per
un attimo sorride
poi
mette il cruccio e si gonfia paonazzo
will
vuole un altro giro di culla
la
danza del grembo e il moto del piede —
vuole
già ora senza conoscere nulla
solo
astri amniotici di universi galleggianti
solo
suoni attutiti in qualche brusco risveglio
will
agita un piede e se la spassa —
come
la rana vuole il salto nello stagno antico
nel
folto del bosco incantato
già
dimentico di un penoso abbandono
del
suo primo ovattato rifugio
will
adesso è il segnale — isola nel mare immenso
dispersa
tra le mille e mille
che
l’onda senza fine tra loro tiene unite
che
il gabbiano solitario viene a turno a visitare
will adesso è
il segnale e il risveglio
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