Opere di Roberto Cogo | SULLA_LINGUA | |
Opere di Roberto Cogo : SULLA_LINGUA |
#7 of 7 |
|
(fisiologia /cinetica) e diverso dal consueto: ella è lingua e stile italianissimo, e pure è tutt´altra lingua e stile... Leopardi 1 l´italiano con le vocali in fuga ci trascina separando dalle nebbie la cura con la funzione fatica corrotta e poco controllata è nell´incertezza del suo sviluppo che trova spazio e sboccia tutta la sua differenza 2 chi parla è la lingua stessa fonica disseminazione che avanza verso le labbra chimica sostanza baricentro e valenza dell´attività discorsiva verso l´interno della bocca l´ugola si fa flaccida per una sillaba che rimbalza e si spicchia che in margine di lingua poi s´impunta 3 balza il suono alla barriera dei denti (ti convincono che sei matto) tu diventa invisibile e vaga spicca un balzo oltre lo steccato insensato dei suoni santi e avanza 4 è la vicinanza della fonetica al cinguettio questo dadaismo congenito a una lingua che favella è tutto che si rima e punta al medesimo origliare in origine di sempre 5 con tutto conglomera e chiede concordanza alle cose la lingua che prevale alle parole e a nozze vi convola in desinenze senza fine senza fretta di esplosioni si carica di vita il verbo in volo tra le labbra sul caldo suono in fuga s´apre il campo intorno intonando un suo più libero vocabolo 6 in un battito di lingue è tra le labbra il pencolare assurto al movimento che d´azzurro s´invela scopriamo il fulcro danzante un modo tutto nostro di volatilizzare materia e tempo 7 si definisce smaterializzando la lingua¬rabdomante che vibra al contatto delle nebbie e poi s´infiora tutta così s´insonorizza il fiato col suo olezzo di vocali e rimane nel guado di un unico respiro che di rado s´ingola 8 segue il franto dondolio di un´infanzia impigliata nel zaum transmentale e alogicamente radicata rimuove sempre le sue pretese di vita e di nuovo s´impunta in lingua sotto forma di balbettio così ridadaizzando s´arresta in una fuga si concede alla tiritera 9 eccolo il conglomerato verbale appeso alla barriera dei denti l´impiccamento sonoro che si avvale di qualche metro di materia il suo riflesso è scarno la misura inconsistente s´apre in ombre di alberi e di rarefazione nell´intrico delle foglie mentre penzola tra elemosine e bontà di fiori riappare 10 il sibilo fuoriesce finalmente dal cuneo zuccherino di mille e mille vocali laterali alveoli e ibride schiume di ingorghi definiranno infine le arsure in un fischio prende forma sfessurando tra i molari con i premolari fino in fondo 11 è la lingua di Dante che concorda ed esplode malaria che ricuce e annoda puntali di sillabe dissipanti s´impegola tra i capelli tra i vocaboli flemmatici s´invola con improvvisi amplessi ci regala fiori di nuvole in un inferno di faville e favole 12 è la morbida macchina dei dittonghi che batte sulle articolazioni il balletto cinetico psicofisiologico spontanea parole come cavallette o rane in processione 13 si succhiano i suoni sporgendo le labbra in avanti con tutta la proboscide si rigurgitano i liquidi armenti trisillabici in concatenazione 14 noi sensibili alle onde ci si arrende ai movimenti al fascino ondulatorio nella danza del cervello alfabetico in un sussulto della lingua atomizzata s´ingloba netta la sua luminescenza 15 le scritte lasciate sui nervi come segnali sconvolti dalle nebbie incidono la nostra cinèsi per rivolta la calata dei suoni è ormai dissolta in un vuoto di stasi 16 nel fruttifero capitale dei composti formìcano i suoni a due o tre voci imperfezioni e scorrezioni in frequenze che trastullano più avanti continuativi e slatinamenti in tante modulazioni insospettate e l´urlo si rovescia nel suo canto Certo se gli arcavoli risuscitassero in qualunque città penerebbero ad intendere i loro nepoti. ...lingua pura è un abuso di parole. Leopardi non come fa l´inglese in un quasi¬alfabeto di consonanti s´aggrega e si smembra s´immodula e s´innuvola elasticissima questa lingua 2 l´abito primario in similpelle mutevole l´incertezza è di rimpallo ai versi in prevalenza sensibile così alle innervate espressioni la salamandra rimedita e il pitone 3 ora danzando ora seguendo il corso dell´ora il vento tra le curve dei neuroni vede la spiaggia di un destino incuneato è la lunga marea delle ossa tra le vene 4 col suono espressivo e i capomorti di ogni altra lingua e stile si scolpisce la cosa con angolare illuminazione sotto i sensi la sbatte e la comprime sotto i denti le permutazioni dal latino (non sempre le migliori) inenarrabili i guasti e la varianza che si perde in espressione 5 con le francesi geometrie in controbalzo sogna solo parole non termini sui caldi alberi fa uso in creazioni molteplici di parole prensili mentre ficca le sue unghie nelle immagini il felino il maculato è l´italiano 6 ricava verbigrazia da un complesso di lingue cavandone in dono la parola e la cosa l´idea di tanti idiotismi in uso rende trasparente la figura l´irregolarità felice convince tutti i muri e tramanda la scrittura come carnoso ventaglio si fa pieghevole allo scrittore come corpo in amore 7 diminuzioni postribolando e incontri baciati sulla lingua con vocali e derivati di mobili radici tra le labbra è l´innata sorgente delle lingue quel respiro del monte tra le nebbie con tutte le sue umide nature 8 con facoltà generativa incontinente non rinuncia alla radice al prossemico uso che introduce energia e concisione dal modello ne deriva la favella popolare (come per quintuplicare l´incinquarsi di un tempo) 9 sviluppa influenze momentanee l´italiano per indole altamente corruttibile prende il volo tra le foglie più impensabili 10 fior¬di¬lingua che s´apre da sola la strada nuovissima e ignota s´adatta anche ai tuoni alla gran varietà singolare dei suoni s´acconcia a ogni manica e argomento con la grandine variabile alle cadenze e alle parlate con la sua ira faziosa a insonorizzare 11 poesia pellegrina e difforme la rarefazione s´accompagna alle cose alla loro distinzione è nell´uso comune il passero il trifoglio il sole per meglio poterli ipnotizzare 12 un italiano dal fondo della lingua che sia poco italiano che s´apra un varco nel gregge della nuda lallazione che si sbranchi e s´inzuppi di vita 13 nel disusare ingravido della materia mentale si fa a fette nell´attesa e nanifica le sue forme svernando al sole illanguidisce un fior¬di¬lingua ancor più che pigmea 14 la lingua nazionale si sfiga nell´abuso della ripetizione la coazione massacrante che la sfibra manca di letteratura e incancrenisce spurgano gas gli infetti paroloni una marea di lemmi è andata a male cos í abbiamo una lingua sempre da rimodernare 15 si confabula allegramente alle parole straniere alle più strane e strampalate desinenze così che per incanto o di straforo o controvento s´inventano e diventano italiane 16 capace di variare e abbondare per tipo conio ed inflessione in un dire che si piega e s´adatta (come al palpeggio la pasta) in forme mollemente poi s´irradia se la stuzzica infine un locale dialetto con solletico mai stupido 17 alberga al riparo della lingua il duttile estetico aderendo alla memoria dei sensi con l´orecchio che preme sull´occhio disfà e rifà istantanee volontà capricciosissime sotto alberi di suoni in fiore s´accosta per una danza di immagini 18 connessi all´organo vitale e al riflusso dei ritmi in un rimutarsi difforme il meccanismo e il motivo fonico ricorrente s´ingombrano all´orecchio di chi s´ingoia le vocali e chi si slappa anche i piccoli suoni spesso li raddoppia 19 la consonanza all´orecchiocchio la sgrava d´insulti l´ingoio ritmico se la rivolta dentro sodomizzandola non poco ma i nipoti istupiditi dei linguisti nel battere e percuotere delle pronunce s´affrettano ai lemmi esterrefatti e al godimento della lingua 20 presa l´onda si surfa sulle parole senza inutili acca mai pronunciate i finti limatori si tengono per mano in simpatia d´eccesso da un´aromatica istanza ha inizio il verbo nostro con rinfrescanti polluzioni di senso alla fine del discorso |