Letture 2016 | |
Ciao cari |
In Limine
Una vita, ti dico la puoi scrivere soltanto, fingere che ci sia stata, unendo i fuochi tra poco e poco: stare in sala d’attesa quando piove, né felice né infelice, altro non c’è.
Però fuori si muore, mi dici. Anche dentro si muore ti dico. E si semina altra delizia dentro e fuori, altra sporcizia.
In questo libro si parla di persone. Ne Il mondo visto da dentro, la lingua si piega in un' intimità dialogica con i cari estinti, cercandi chiarezza, la messa in forma del lutto e del suo superamento. Sperimentare, qui, significa lasciar-essere la distanza che mi separa dai defunti, ma anche riappropriarmi di un vissuto rimosso, senza turbarlo con la violenza di costruzioni formali metaletterarie. I testi de Il mondo visto da fuori sperimentano con maggiore libertà, modulandosi sullo stile delle figure nominate o cogliendone ossessioni, atteggiamenti, circostanze. La pluralità del dire nasce dalla fedeltà all' oggetto, dal calco che esso produce sul canto, deformandolo, a volte sino ad annullarlo, altre volte esaltandolo. Questo significa che sublime ed antisublim, liricità e prosaicità, scrittura denotativa o connotativa, si danno ogni volta da capo nel singolo testo, a seconda di variabili non previste, bensì che scaturiscono dall' incontro con l' oggetto , ne sono la conseguenza.
Stefano Guglielmin
|