Letture 2009

Senza riparo
Poesia e finitezza

 
Index del.icio.us




Uscirà il 10 settembre, e sarà disponibile in tutte le librerie italiane, il libro di saggi Senza riparo. Poesia e finitezza (La Vita Felice, Milano. Foto copertina di Silvano Chiappin). Inserito nella collana "Sguardi", contiene un prezioso risvolto di copertina firmato da Gabriela Fantato :

"Senza riparo è un libro di rigore e passione: libro coraggioso di ricerca e pensiero, "onesto" in senso sabiano, alimentato da profonda necessità interiore e volontà di ascolto. È evidente la grande lucidità che lo attraversa, sorretta da una profonda conoscenza della poesia contemporanea e delle discussioni in atto sul "fare poesia" e sul canone, ma anche ricco di intuizioni critiche sul lavoro di alcuni poeti e poetesse scelti da Guglielmin a partire da una costante lettura dei testi, oltre che dall'esperienza del blog da lui ideato. A questi autori e autrici in alcuni casi è dedicato un articolato saggio, altrove leggiamo invece solo spunti, acute osservazioni relativamente all'ultimo libro pubblicato da un autore ma, comunque, si ha sempre la sensazione che in queste pagine la parola dell'autore interroghi e insieme scavi in profondità la potenza della poesia. Guglielmin sa far dialogare passato e presente; poesia e filosofìa; estetica ed etica: "parola in azione" questa, parola rizomatica, indagatrice inesausta e attiva nel grande arcipelago della poesia contemporanea e nel tessere collegamenti tra i vari poeti e con il clima culturale complessivo del '900. Per Guglielmin la parola di poesia è radicata nell'umana finitezza, nel nostro essere un corpo gettato al mondo, esposto al dolore e alla fine, ma anche alla gioia e all'incontro con l'altro. Centrale è l'ipotesi che il con-esserci sia coessenziale all'esserci: proprio perché l'esserci appartiene a una storia collettiva che lo ha mutilato, riducendolo all'identico, ora l'identità è vissuta narcisisticamente, come chiusura e rispecchiamento. La parola poetica, dunque, per Guglielmin è non solo conoscenza del mondo aperta, complessa e stratificata, ma anche atto di responsabilità rispetto all'esistenza, poiché mette in dialogo con la propria radice nascosta, con l'enigma del venire alla luce, tanto del singolo uomo quanto della comunità degli umani. Poesia come terra fertile, dunque, sulla quale scommettere un destino, su cui costruire la possibilità di risvegliarsi dal disincanto del mondo, assumendo totalmente la perdita del centro in un orizzonte in cui il soggetto, e ancor più il poeta, si scorga solo parzialmente capace di orientarsi nel reale, godendo e insieme patendo il suo essere comunità. In questo sta la "scommessa" di questo libro e della poesia stessa".


JAlbum 7.3