Raccontare la realtà per fotogrammi, dove ogni immagine fissa un personaggio, una storia minima, uno scampolo di vita; metterli insieme poi in tre grandi scene che segnano le tappe di un'esistenza che si intreccia con i grandi cambiamenti storici, sociali ed economici del secolo appena trascorso. Nascono cosí questi racconti, in cui il romanziere-libraio vicentino Virgilio Scapin offre il meglio della sua vocazione di narratore e della sua penetrante e ironica capacità di osservare e di descrivere.
Si comincia dal "C'era una volta", dove il mondo contadino veneto potrebbe ormai essere passato alla dimensione della fiaba, se non fosse per la conclusione, non sempre a lieto fine. Accanto alla campagna la città, dove si agitano persone vere, ma dalle vite talmente singolari da essere degne di assurgere al ruolo di personaggi.
Non mancano, poi, le esperienze autobiografiche dello scrittore, legate a Vicenza, luogo mentale e spazio architettonico, fra le ipocrisie e gli slanci di una religiosità che progressivamente si dissolve.
Il ricordo degli amici-maestri Neri Pozza, Parise, Comisso e Montale, secondo lo spirito di Scapin, diventa occasione per rilevarne un tratto inedito o una debolezza del tutto umana.
Libro di storie e di memorie, che evitano la rievocazione nostalgica perché sempre accompagnate dallo sguardo disincantato del loro autore.(Tiziana Agostini)
Virgilio Scapin ,( Vicenza 1932-2008) ha pubblicato con Longanesi Il chierico provvisorio e La giostra degli arcangeli; con Neri Pozza Il bastone a calice, Premio Selezione Campiello 1995, I mangiatori di civette(I magnasoéte) e, nel 1998, Una maschia gioventù.
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