Letture 2009 | |
Il buio ,il fuoco, il desiderio |
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«La musica non va più ascoltata, va toccata, sporcata, ferita, abbracciata, abbandonata, assassinata. In ultimo, va liberata. Per poterla riascoltare». Un’appassionata denuncia della scomparsa degli elementi fondamentali che hanno generato la grande musica popolare del Novecento. Un pamphlet intenso e provocatorio per chiunque non si rassegna al mondo dell´infinita ripetizione. Perché senza buio, fuoco e desiderio non c´è nemmeno la musica. La musica è finita ogni volta che qualcuno l´ha uccisa, e ogni volta, per questo, è rinata. È finita quando John Cage fece eseguire il suo silenzio, e nello stesso periodo nacque il rock´n´roll. È finita quando è morto John Coltrane, e Jimi Hendrix incise il suo primo disco. Oggi nessuno più la sfida, niente più ne segnala la fine, e forse è per questo che la musica è davvero morta. O almeno sono morti i suoi elementi guida. Lo scenario in apparenza ottimista del mondo tecnologico e connesso non è che un simulacro: la musica impazza su computer e telefonini, domina i messaggi pubblicitari, inonda gli spazi del mondo contemporaneo, ma non è la «musica di oggi», il nostro tempo non ha ancora la sua colonna sonora. La musica non si è evoluta: è un organismo agonizzante. Che ne è della passione, del fuoco sacro che ne ha accompagnato l´evoluzione nella lunga storia discografica? Castaldo ne analizza spietatamente l´identità perduta. Segue, come in un´elegia, le tracce del fuoco, del buio e del desiderio, i tre elementi senza cui la musica non ha ragione di esistere. E apre, infine, una finestra sul futuro. Gino Castaldo, tra i più noti giornalisti e critici musicali italiani, scrive su «la Repubblica». Ha pubblicato, tra l´altro, La mela canterina, Appunti per un sillabario musicale (minimum fax 1996) e La terra promessa.Quarant´anni di cultura rock (Feltrinelli 1994). Per Einaudi Stile libero ha pubblicato, con Ernesto Assante, Blues, Jazz, Pop, Rock e 33 dischi senza i quali non si può vivere. |