Letture 2010 | |
YOHAKU |
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Attività artistica ed esperienze estetiche sempre hanno avuto a che fare con la forma. Ma le forme sono virtualmente infinite, ed ogni civiltà ha prodotto specifiche qualità di forme. La civiltà cinese e poi, ancor più, quella giapponese, si sono distinte per la capacità di produrre forme del tutto particolari, ad alta condensazione di significati resa, tuttavia, con il minimo dei segni. Questa ‘riduzione’ che nelle forme di ogni tipo riesce a distillare semplicità e profondità può essere indicata con il termine Yohaku. Il termine giapponese Yohaku significa, letteralmente, “spazio vuoto”, “margine”. Tuttavia, in senso lato, indica qualcosa che ha raggiunto la riduzione all’essenziale. Nella cultura giapponese tale riduzione si esprime in molte attività artistiche, come l’architettura in stile shoin, la pittura ad inchiostro, la poesia in stile haiku, la calligrafia e il bonsai, ciascuna delle quali si costituisce e si propone non solo come forma d’arte, ma anche come ciò che i Greci chiamarono àskesis, ossia come esercizio attento a ‘mettere in forma’ la vita intera. Inoltre Yohaku, come qualità di comportamenti e di situazioni capaci di rinunciare ad ogni segno di ostentazione, si manifesta in alcuni modi tradizionali di intendere e di vivere il rapporto con la natura e, in particolare, con la montagna:mostra perciò di poter espandere il suo influsso ben oltre i confini dell’arte e dell’estetica, fino a farsi valere come qualità che caratterizza e determina un vero e proprio stile di vita improntato alla massima semplicità, che nel Taoismo e nel Buddismo Zen ha le sue più ricche ed antiche fonti d’ispirazione.
Giangiorgio Pasqualotto insegna Storia della Filosofa alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università d Padova, e Filosofia delle culture a Master in Studi Interculturali della medesima Università.Sui temi della cultura orientale ha pubblicato seguent volumi: Il Tao della filosofia , Estetica del vuoto , Illuminismo e illuminazione. Nel 1993 è stato tra i fondatori a Venezia, de Centro ‘Maitreya’ per lo studio della cultura buddhista.
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