_La
poesia, il sacro, il sublime
Milano
28 novembre 2009 – info@faraeditore.it–adeledesideri@libero.it–www.faraeditore.itMilano
– 28 novembre 2009
Incontro
poetico a cura di Adele Desideri e Alessandro Rambertidalle ore 9.30 alle ore 17.00 con
pausa pranzo condiviso presso l’Oratorio del Corpus Domini(di fronte al numero civico 12 di via Piermarini; mezzi
61-1-29/30 oppure dalla stazione della metro Cadorna prendere il tram
numero 1 e scendere davanti alla Basilica del Corpus Domini in via
Pagano)
Adele
Desideri «Sacro e sublime: i canoni
“traditi”»
Adele
Desideri – poeta, saggista e critica letteraria,
studiosa di fenomenologia delle religioni – vive e lavora a
Milano. Ha pubblicato due libri di poesie: Salomè (Il Filo,
2003) con nota critica di Vito Riviello e Non tocco gli ippogrifi
(Campanotto, 2006), con postfazione di Ottavio Rossani; e le
plaquettes Aforismi (Pulcinoelefante, 2005); Hommage à Piero
Manzoni (Pulcinoelefante, 2005); La terra delle croci, con sette
opere di Angela Bucco (La collana dei numeri, n. 184, Signum Edizioni
d’Arte, 2008); Cementi surreali (Isaia 53,2), immagine di
copertina: E. Barber, Balcone fiorito 1950 ca. (Copertine di M.me
Webb, giugno 2009). È inserita in varie antologie, tra cui
Milano in versi, una città e i suoi poeti, a c. di A. Gaccione
(Viennepierre, 2006); Il silenzio della poesia e Lo spirito della
poesia, a c. di Alessandro Ramberti (Fara, 2008); Le avventure della
Bellezza (1988-2008), a c. di Tomaso Kemeny (Arcipelago Edizioni,
2009). È stata finalista al Festival di Poesia San Pellegrino
Terme, 2006, più volte menzionata al Premio Lorenzo Montano e
vincitrice del premio Giuseppe Longhi, Romano di Lombardia, 2007. La
poesia Inganno (da Non tocco gli ippogrifi) è citata nella
tesi di laurea di Carla di Quinzio, Dopo il figlicidio come dare
spazio alla speranza, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Milano,
2006. È stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e arabo.
Scrive per diversi siti e riviste culturali. Sue poesie o note
critiche sulle sue liriche sono apparse su Corriere della Sera,
poesia.corriere.it (blog di poesia a cura di Ottavio Rossani),
l’Unità, Il Giorno, La Nazione, CalabriaOra, Poesia, La
Mosca di Milano, La Clessidra, Leggere donna. Collabora con il
Quotidiano della Calabria e con Il Tempo, rubrica “L’Orlando
curioso”, a cura di Davide Rondoni.
Padre
Armando Rosso «La poesia nella Bibbia»
P.
Armando Rosso appartiene all’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Già
docente di teologia presso l’Università Cattolica
(Milano e Brescia) e docente di esegesi neotestamentaria e di ebraico
in diversi Istituti Teologici della Lombardia.
Vincenzo
Guarracino «A margine degli Inni
cristiani di Leopardi»
“A
Maria. È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo,
siamo tanto infelici. È vero che questa vita e questi mali son
brevi e nulli, ma noi pure siam piccoli e ci riescono lunghissimi e
insopportabili. Tu che sei più grande e sicura, abbi pietà
di tante miserie ec.” È il grido di un’anima,
l’urlo di un figlio disperato che dalle tenebre di una
solitudine senza redenzione chiede di meritare ancora, nonostante
tutto, asilo e sollievo alla sua angoscia e al dolore stesso di
esistere: “È vero che questa vita e questi mali son
brevi e nulli, ma noi siam piccoli e ci riescono lunghissimi e
insopportabili”. Questo sa e dice, nel suo strazio senza
pudore, il Leopardi nell’abbozzo di uno dei suoi irrealizzati
Inni cristiani ed è questo stesso concetto che ribadisce negli
altri restanti (Al Redentore, Ai Solitari, Ai Martiri, Agli Apostoli,
Agli Angeli): che all’intrinseca indigenza della propria
fragile creaturalità non c’è rimedio più
sicuro della confidenza in una celeste protezione, non c’è
porto più accogliente del caldo abbraccio di Maria, in cui gli
esseri, per “malvagi” e “piccoli” che siano,
sanno di poter trovare “grande e sicura”
protezione.Vincenzo Guarracino è
nato a Ceraso (SA) nel 1948 e vive a Como. Ha pubblicato, in poesia,
le raccolte Gli gnomi del verso (ER, Como
1979), Dieci inverni (Book Editore, Castel Maggiore, 1989), Grilli e
spilli (Fiori di Torchio, Seregno, 1998), Una visione elementare
(Alla Chiara Fonte,Viganello, Svizzera, 2005); Nel nome del Padre
(Alla Chiara fonte, Viganello, Svizzera, 2008); Baladas (in lingua
spagnola, Signum, Bollate, Mi, 2007). In prosa, ha pubblicato
L’Angelo e il Tempo. Appunti sui dipinti della chiesa di
Ceraso, Sa (Myself, Como 1987). Per la saggistica, ha pubblicato
Guida alla lettura di Verga (Oscar Mondadori, Milano 1986), Guida
alla lettura di Leopardi (Oscar Mondadori, Milano 1987 e 1998). Ha
curato le traduzioni dei Lirici greci (Bompiani, Milano 1991), dei
Poeti latini (Bompiani, Milano 1993), dei Carmi di Catullo (Bompiani,
Milano 1986 e Baldini Castoldi Dalai, Milano 2005), dei Versi aurei
di Pitagora (Bagatt, Bergamo 1988; Medusa, Milano 2005), dei versi
latini di A. Rimbaud, Tu vates eris (Bagatt, Bergamo 1988), dei Canti
Spirituali di Ildegarda di Bingen (Demetra, Bussolengo, VE, 1996) e
del Poema sulla Natura di Parmenide (Medusa, Milano 2006).
Tomaso
Kemeny «Spuntano le luci delle parole»
Sostengo
che la scrittura del sublime non sia traducibile, essendo custodita
nella stesura linguistica originale. Come si evince dallo Pseudo
Longino “il pathos e il sublime del linguaggio per la loro
lucentezza prevalgono sempre sulle figure, ne adombrano l’artificio,
badano a tenerle celate”. Di fatti il sublime, inteso come
effetto esaltante della pratica poetico-artistica e del confronto con
le forze della natura e/o con le figure ineffabili della trascendenza
mitico-religiosa, non può venire felicemente ridotto a oggetto
di conoscenza rigorosa, può invece essere tenuto in massimo
conto nell’elaborazione di uno o più modelli
esistenziali atti a mutare la nostra vita individuale o a definire
tipologie soggettive tendenti verso il sublime.Tomaso
Kemeny, ha pubblicato otto libri di poesia, tra i quali Il
libro dell’angelo (Guanda, 1991).Con cesare Viviani ha
organizzato i seminari sul “Movimento della poesia negli anni
‘70” (1978-79) presso il Club
Turati di Milano. E co-fondatore del “Movimento Internazionale
Mitomodernista” e della “Casa della Poesia” di
Milano.
Guido
Passini «Preghiere» Lettura
di poesie salmiche.Guido Passini è
nato a Bologna nel novembre del 1978. Ammalato di fibrosi cistica
scopre qualche anno fa una grande passione per
la poesia, condividendola con tante altre persone. Nei suoi versi
(cfr. Senza Fiato, Fara 2008) Guido
libera l’anima: la poesia diviene così respiro di vita.
Diventa socio dell’Associazione Culturale Poliedrica di Forlì
nel 2008. Le poesie La Vita tra le mani e Feriscimi compaiono
nell’antologia Sentieri edita da Lulù.com per il blog di
poesia ParolArte nel gennaio 2009. La poesia Ti mostrerò
compare sull’Antologia I poeti romagnoli d’oggi e
Federico Fellini (Il Ponte Vecchio, 2009). La poesia Italia son
cresciuto compare nell’Antologia Il segreto delle fragole 2010
(LietoColle).
Ardea
Montebelli «Poesia e grazia»
“La
poesia è un movimento del cuore toccato dalla grazia”,
sottolinea Mons. Francesco Lambiasi nell’introduzione
a un mio lavoro sulla prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi. Il
poeta sa stupirsi dinanzi alla bellezza e al mistero, ben consapevole
che la sua ricerca porterà frutto solo se sarà umile
servitore di quella grazia. “Mi sono proposto di ricercare ed
esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo”
(Qo 1,13) dice il Qohèlet. Possono ricerca ed esplorazione, se
pur minuziose, dare risposte esaurienti? Il poeta, come il profeta,
misura intimamente l’attesa che inquieto e infinito si
incontrino.Ardea Montebelli è
nata a Rimini il 5 marzo 1956 e in questa città vive e lavora
come insegnante.Si occupa di poesia e di fotografia ed è
giornalista pubblicista. Ha pubblicato: nel 1989 Alchimia dei
sentimenti e Laudato sii e nel 1993 Pietre di paragone tutti per i
tipi delle Edizioni Forum di Forlì; nel 1996 L’anima del
mare (Panozzo Editore, Rimini); nel 2001 Il
paradosso della memoria. Meditazione
in versi sulle lettere di S. Giovanni (Fara), nel 2002 un
catalogo fotografico dal titolo Cari, vecchi
frammenti (Ed. Giusti, Rimini); nel 2005 Ma tu non dartene tormento,
una meditazione in versi sulla Shoah (Guaraldi Editore, Rimini); nel
2008 Ma il cielo ci cattura (Fara); nel
2009 Quel libero andare (L’Arca
Felice, Salerno).
Massimo
Morasso «Il poeta e il sacro»
Per
capire cos’è un poeta, occorre attribuirgli innanzitutto
quel rispetto della parola che può
essere considerata la prima regola nella disciplina che educa alla
rettitudine intellettuale, emotiva e morale. Tale rispetto è
già di per sé avviamento a un sentimento del sacro che
il primato del sociologico e dell’informazione mass-mediale
stanno consegnando ogni giorno di più alla cura di pochi…
La verità, che in arte è sempre verità
presentativa, si offre in poesia in quanto la parola che la dice ha
già percorso a ritroso tutto l’itinerario illineare e
labirintico che apre a un cosmo immaginale dov’è un nodo
originario della significatività: i punti ritmici che
intervallano come pietre miliari gli scarsi segni di orientamento
disseminati lungo questa discesa ad inferos sono i luoghi di
una passività fertile, di una recettività attiva, dove
a presiedere non sono più facoltà
intellettuali o volitive. Specchio, cuore, anima: la metaforica di
queste dimensioni ci rimanda invariabilmente
a una regione trasparente che è “passaggio”
cruciale fra terra e cielo… un campo dibattaglia, un laboratorio dello spirito che si è dato
cristicamente in offerta a domande i cui vasti echi
gli impongono di espandersi, di provare instancabilmente a
riunificarsi alla sua radice. Massimo Morasso è
nato a Genova nel 1964. Ha pubblicato la raccolta di versi Le poesie
di Vivien Leigh. Canzoniere apocrifo
(2005, Premio Città di Atri), parte di un più
articolato progetto di scritture nel segno unico della
Leigh, e quattro plaquettes tratte dal ciclo poetico Il
portavoce (1995-2006). È autore di numerosi saggi e spunti
critici raccolti in Bagattelle per un progetto di civiltà
(2008) e in La furia per la parola nella poesia tedesca degli ultimi
due secoli (2009). Anni fa, ha curato la riedizione integrale
de “Il Supplemento Letterario del Mare”, la rivista
italiana di Ezra Pound, e varie
antologie. Suoi testi critici e creativi sono stati ospitati su
alcune delle più significative riviste d’ambito
criticoletterario in Italia, fra le quali «L’Indice»,
«Antologia Vieusseux», «clanDestino»,
«MicroMega» e «Poesia». Ha tradotto in volume
Yeats, Goll, Momaday e Meister. È studioso di R.M. Rilke e
Cristina Campo, sulla quale ha scritto la
raccolta di saggi In bianca maglia d’ortiche, in via di
pubblicazione con Marietti. La poesia, il sacro, il sublime
Paolo
Rabissi «Poesia tra dicibile e non
dicibile »
Alla
poesia, alla mia e a quella degli altri, mi avvicino sempre in punta
di piedi, mi sento sempre troppo pesante. Dovrei farmi sfoglia di
luce o di vento per accedere a quell’area, ma sono francamente
troppo grande e grosso. Ci vuole allora un po’ di faccia tosta
per farlo, fingere un po’ l’allegria del folle o lo
sguardo del rapace. Quell’area sottile collocata tra visibile e
invisibile, tra dicibile e non dicibile ha la sua sacralità
situata com’è aldilà, oltre il reale quotidiano.
In un territorio di conoscenza: per me la poesia è soprattutto
conoscenza di me e del mondo. Parlando del mio essere figlio e del
mio essere padre, come succede in questa breve raccolta, ho
attraversato questo territorio di conoscenza. Paolo
Rabissi è nato a Trieste (1940), dal 1958 vive a Milano
dove ha insegnato fino al congedo. Poeta e saggista, suoi interventi
critici e testi poetici compaiono su riviste e siti. È
attualmente codirettore della rivista di poesia
e ricerca «Il Monte Analogo». Ha pubblicato nel
2001 la raccolta Città alta (DIALOGO libri), nel 2006 Laruggine, il sale (Lieto Colle), nel 2009
la plaquette Maschile plurale (DIALOGO libri). Di imminente
pubblicazione la nuova raccolta I contorni
delle cose.
Eros
Olivotto «Un Dio dimenticato»
L’intervento
consiste in un breve monologo che vedrà la lettura di versi,alternata a riflessioni, aventi come oggetto la
ricerca di Dio. Eros Olivotto nasce
ad Ala (TN) nel 1950. Nel marzo del 2003 pubblica nella collana
“Paradigmi” dell’editore Perosini Sipari, raccolta
poetica d’esordio. Nel settembre del 2007, sempre per i
“Paradigmi” di Perosini, esce Ogni istante, sua seconda
raccolta poetica.
Isabella
Vicentini «Dove il sacro splende da
sempre: la poesia di Odysseas Elitis»
La
sacralità della vita dentro l’intero alfabeto delle
emozioni nella sublime poesia di Elitis. Il sacro non come l’assoluto
e l’infinito dei monoteismi, ma come pienezza greca dei valori
dell’esistenza, come il divino nel mondo e il mondano nelle
divinità. Un ordine naturale e collettivo che consacra e
integra universo fisico, sociale e morale. Isabella
Vincentini (1954), saggista e critico letterario è
consulente e redattrice della rivista di
estetica «Agalma» e autrice di programmi culturali della
RAI. Ha pubblicato: Atene. Tra i muscoli dei Ciclopi, Unicopli,
Milano, 2002; Varianti da un naufragio. Il viaggio marino dai
simbolisti ai post-ermetici, Mursia, Milano, 1994; Colloqui sulla
poesia: Le ultime tendenze, Nuova ERI Edizioni RAI, Torino, 1991 e La
pratica del desiderio. I giovani poeti negli anni Ottanta, Salvatore
Sciascia Editore, Caltanissetta, 1986. In poesia: Le ore e i giorni,
La Vita Felice, Milano, 2008; Diario di bordo, I Quaderni del
Battello Ebbro, Porretta Terme (Bologna) 1998. Ha curato la raccolta
di interviste di Milo De Angelis Colloqui sulla poesia, La Vita
Felice, Milano, 2008. Sempre per i tipi de La Vita Felice è
appena uscito il romanzo Lettere a un guaritore non ferito
(settembre 2009).
Riccardo
Burgazzi «Un cerchio di pietre»
Presentazione
della silloge Un cerchio di pietre pubblicata in Legenda(Fara 2009) con accenno al tema del“viaggio/rapimento/ispirazione in poesia”, che fa
da filo conduttore alla silloge stessa. È
prevista la lettura di qualche testo con accompagnamento musicale dal
vivo (chitarra classica). Riccardo
Burgazzi, nato a Milano il 13/02/88, frequenta la facoltà
di Lettere Moderne all’Università
Statale di Milano. Alcuni suoi lavori si trovano ne Il
silenzio della poesia, Fara, 2008, e nelle antologie dei premi
letterari “Via delle belle donne” (2008) e “Filari
in versi” (2008) (www.culturaglobale.it).
Ultimamente, sempre più convinto che la poesia stia giungendo
a un binario morto, sta cercando di avvicinarla al teatro, con uno
spettacolo ispirato a una raccolta, che sia in grado di
coinvolgere il lettore/spettatore.
Alberto
Mari «La montagna sacra»
Un
viaggio tra realtà e fantasia, con riferimenti storici e vari
elementi di cultura popolare. Si svolge verso
Monte S. Angelo sul Gargano, dove c’è una cripta e la
grotta di S. Michele Arcangelo, meta di pellegrinaggi con varie
implicazioni sulla ricerca di Dio. Con vari segni e analogie sul tema
della Montagna sacra, con vari simboli e significati tra cinema e
letteratura. Lettura di alcune poesia sugli “Angeli”.Alberto Mari (la foto è di Dario Raimondi,book-fashion.com) è poeta
milanese, fiabista e artista visivo.Vive aCologno Monzese e lavora in ambito giornalistico e
pubblicitario. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia,
antologie di cultura popolare e testi di fiabe e filastrocche,
tra questi: Il mondo d’un fiato (1996), Pensieri, orologi
(2005), Alberto e il pulcino. La Milano dei ricordi, Fiabe
popolari italiane e Il posto delle favole (2001).
Maria
Carla Baroni «L’energia che permea
il tutto» Lettura di poesie.
Maria
Carla Baroni, economista ambientalista da decenni impegnata in
politica e nel movimento delle donne, è
nata nel 1940 a Milano, ove vive e opera. Scrive poesie fin
dall’adolescenza, ma solo recentemente ha iniziato a
pubblicarle e a leggerle pubblicamente: Canti del divenire (L’Autore
Libri, Firenze 2002); Canti di amore e di lotta (Ibiskos, Empoli
2003); Millenni di minuti (Il Filo, Roma 2005); Canti d’amore e
di lotta (LietoColle, Faloppio 2008) in edizione ampiamente riveduta
e rinnovata. Ha ottenuto tre primi premi di poesia e vari altri
riconoscimenti.
Rosa
Elisa Giangoia «La santità della
rosa»
Letture
da Agiografie floreali. Rosa Elisa Giangoia è
insegnante, scrittrice e saggista. Collabora a riviste letterarie
e di didattica anche on line. Ha ideato e cura (dal 2001) la
newsletter Lettera in Versi. Ha
pubblicato manuali scolastici, tre romanzi (In compagnia del
pensiero, 1994, Fiori di seta, 1989, Il miraggio di Paganini, 2005),
un prosimetron (Agiografie floreali, 2004), un saggio di gastronomia
letteraria A convito con Dante (2006) e ha curato un’edizione
delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino (Accademia
Vivarium Novum, 2008). Ha realizzato, insieme a Laura Guglielmi, la
collana (10 voll.) Liguria terra di Poesia (1996-2001) e, insieme a
Margherita Faustini, i volumi Sguardi su Genova (2005) e Notte di
Natale (2005). Fa parte di diverse giurie di Premi letterari.
Sue poesie sono presenti in numerose antologie.
Ha vinto vari premi letterari. È impegnata nella
diffusione in Italia dell’insegnamento del Latino con il“metodo-natura” proposto dal
linguista danese H.H. Oerberg.
Roberto
Cogo «Poesia e alfabeto naturale: lettura
da Io cane»
Su
Io cane (L’arcolaio, 2009) Fabio Franzin scrive: “quando
tutto sarà buio silenzio ricordarsi soltanto / di questo
spazio verde di sogno e di suono / nella lingua pacata dei tronchi
/con la pazienza dei rami e delle foglie. La lingua di Cogo è,
proprio come dice il verso succitato, pacata e precisa,
contemplativa; una lingua precisa, da scienziato, quando scrive e
descrive le specie, sia animali che vegetali, pacata e contemplativa
quando le fa correre, volare o stormire nel foglio; è, Io
cane, di una mimesis cosmica assoluta: quando Cogo è cane, e
lo è col muso accucciato per terra, chi legge ha le orecchie
schiacciate, sente la polvere; quando è uccello, vola con lui,
con lui nuota nella scia dei pesci e avverte il lieve peso
dell’uccello posato, se è ramo; è anche un
osservatore attento e innamorato (non trovo altro termine per
definirlo), se nel tronco malato del faggio, come bestemmia al mondo
di cui sopra, sa scorgervi una mappa di
stelle e di pianeti, straziante tentativo di riagganciare le
altissime entità che possono
ancora consolarci, e salvarci.” Roberto
Cogo è nato a Schio (Vicenza) nel 1963. Si è
laureato in Lingue e letterature angloamericane ll’Università
Cà Foscari di Venezia con una tesi sulla letteratura di
viaggio (Jack Kerouac e W.Least Heat- Moon). Ha pubblicato Möbius
e altre poesie, Editoria Universitaria, Venezia, 1994; In estremostupore, Edizioni del Leone, Venezia,
2002 (finalista al Premio di Poesia Lorenzo Montano 2003); Nelmovimento,Edizioni del Leone, Venezia,
2004 (segnalato al Premio Montano 2005); Di acque / di terre,Edizioni Joker, Novi Ligure, 2006; le
sequenze poetiche Ancora nel luogo neutro e Il cielo dentro la
montagna nell’antologia Dall’Adige
all’Isonzo. Poeti a Nord-Est (Fara, 2008). Ha tradotto
dall’inglese numerose opere di autoriclassici e contemporanei.
Davide
Rondoni «Dio non è interessante
(come argomento)»
La
poesia come “messa a fuoco” della vita induce alla
lettura del vivente come luogo del segno. La poesia come esperienza
di conoscenza: il mondo come scena. Nel gesto della poesia
razionalità e senso religioso si incontrano. Nella messa a
fuoco della scena del mondo l’ “inevitabile” messa
a fuoco della presenza o della assenza di Dio. Dio non è
interessante “come argomento”. Essere post-baudelairiani,
postpasoliniani, post-luziani. Davide
Rondoni è nato nel 1964, a Forlì. Laurea in
Letteratura italiana Università di
Bologna, relatore Prof. Ezio Raimondi (110 lode). Ha fondato e dirige
il Centro di poesia contemporanea dell’Università di
Bologna. Ha tenuto e tiene corsi di poesia e letteratura nelle
Università di Bologna, Milano Cattolica, Genova, Iulm e in
diversi Istituti specializzati nonché all’estero a Yale
University e Columbia University (Usa). È direttore artistico
del festival DANTE09 a Ravenna. Ha partecipato ai più
importanti festival di poesia in Italia e all’estero. Ha
pubblicato alcuni volumi di poesia, tra cui Il bar del tempo (Guanda,
gennaio 1999) e Avrebbe amato chiunque, con i quali ha vinto,
tra gli altri, i premi più importanti in Italia (tra cui
Montale, Carducci, Gatto, Ovidio,
Camaiore, Metauro); Apocalisse amore (Mondadori, Giugno 2008); un
libretto edito nel 2001, Non sei morto, amore
(ripubblicato nel 2006) è letto in performance dall’autore
insieme ad un pianista di blues, oltre che
messo in scena da Sandro Lombardi e David Riondino. Mentre con
una compagnia di tango vengono lette le poesie
di Ballolentamente con le tue ombre (Tracce 2009). È
presente nelle più importanti antologie di poesia italiana
del secondo Novecento edite da Mondatori (a c. Cucchi e
Giovanardi) e da Rizzoli (a c. Piccini) e in numerose altre.
Sue poesie sono edite in volume o in rivista in Francia, Usa,
Venezuela, Russia, Inghilterra, Croazia, Cina e altri
paesi. Il romanzo breve I santi scemi (Guaraldi 1995) è
stato finalista al premio Berto 1995 per l’opera prima. Hapubblicato il romanzo per ragazzi I
bambini nascono come le poesie (Fabbri 2006). Con Franco Loi ha edito
nel 2001 per Garzanti un’antologia
della poesia italiana dagli anni ’70 a oggi, Il pensiero
dominante. Poesia italiana 1970- 2000. Cura le
collane di poesia de Il saggiatore e di Marietti. Dirige la
rivista di poesia e arte «clanDestino».
Maria
Pia Quintavalla «Sulla relazione tra la
poesia, il sacro e il sublime»
La
Poesia, nella sua genesi e poiein, opera con le parole per
eccellenza,ed ha sempre a che vedere con il mettersi in sintonia con
qualcosa che precede il testo. La Poesia si incarna e vive in
qualcosa e di qualcosa d’ Altro. Ha a che vedere con l’alterità
del reale, ma al tempo stesso non può più essere
riportato all’indietro, alla sua “occasione”:
diviene un messaggio, diventa governato da leggi sue. Dante lo spiega
dicendo questo input iniziale “com’ei mi ditta dentro…
vo significando”, cioè nella maniera in cui (Essa) la
Musa, inspira insuffla nel cuore e nella mano il soffio vitale,
precisamente in quella forma straniera che procede a dettatura, ecco
che Lì, noi –il poeta – possiamo farci strumento.
(…) Anche nella dottrina del Kamasutra, in certe trattazioni
del Corano, per non parlare del Cantico dei cantici, l’unione
sessuale tra corpi è vista come campo mistico del dialogo coldivino. Di questo principalmente ci è
dato sapere. Da Plotino a Santa Teresa D’Avila, da Blake a
Hölderlin alla scrittura esplicitamente
religiosa, sempre il tramite della ispirazione è dunque
tramite con Dio, origine e modalità del dettato
poetico. (…) La poesia dialettizzando la relazione con
l’altro, trasportandola in un alfabeto
nuovo, e non reversibile, trasporta anche, lo reinventa, un codice
del sacro del bello e del sublime nel
testo, tessitura orale sonora e di pensiero, finalmente inedita e
sacralizza quel non detto e non dicibileche non
aveva trovato parole, quel “silenzio frontale dove eravamo già
stati” (De Angelis). Strumento
siano,
come studierà Maria Zambrano e Ortega y Gasset prima di lei,
quel pensiero- passione, medium dell’abitare
e passeggiare entro il “bosco sacro” del cosmo. Maria
Pia Quintavalla, nata a Parma, vive a Milano. Suoi libri:
Cantare semplice 1984, Lettere giovani 1990, Il
Cantare 1991, Le Moradas 1996, Estranea (canzone), 2000,
Corpus solum, 2002, Album feriale 2005, Selected
poems 2008. L’antologia dall’omonimo festival
Donne in poesia, 1985 e 1987. Tradotta in più lingue, curaseminari sul testo poetico e
sull’italiano scritto (Un. Statale Milano).
Pausa
pranzo condiviso dalle ore 13.00 alle 14.00
Ottavio
Rossani «Il diapason della poesia tra
passioni e mitofanie»
L’uomo
insegue il trascendente. Ha bisogno di credere. Il poeta tenta di
approdare a sponde di luce profetica, partendo dal corpo e navigando
tra mente e follia. La poesia può proporre ogni ipotesi,
attraverso l’invenzione linguistica, e le modificazioni
semantiche e formali. La soglia dell’impossibile segna
sacralità e misticismo, il limite dell’invisibile può
aprire la porta dell’estasi. L’itinerario spirituale non
esclude il tormento. Il disagio, l’inadeguatezza,
l’estraniazione sono sintomi di una diminuzione nella propria
concezione del mondo e della vita, che il poeta sa, vuole, vivere
nella tensione del superamento per raggiungere vette mentali di
riscatto e di esaltazione nella scala degli estremi. (Ognuna di tale
situazione letteraria sarà illuminata da versi degli autori
che l’hanno interpretata). Ottavio
Rossani (Sellia Marina, 1944) è giornalista, scrittore,
poeta, pittore. Si occupa anche di teatro. Comeiornalista (inviato del Corriere della Sera per 30 anni) ha scritto
di politica, economia, cultura, cronaca. Haintervistato molti personaggi in Italia e all’estero. Ha
viaggiato nei diversi continenti, in particolare in
lungo e in largo per l’America Latina. Ha pubblicato
diversi libri. Le raccolte di poesia: Le deformazioni (1976); Falsi
confini (1989); Teatrino delle scomparse (1992); Hogueras
(1998); L’ignota battaglia (2005). I saggi: L’industriadei sequestri (1978); Leonardo Sciascia
(1990); Le parole dei pentiti (2000), Stato società e briganti
nel Risorgimento italiano (2002). Il romanzo:
Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995). Il suo libro più
recente è L’ignota battaglia
(2005), romanzo in versi. Per il teatro ha curato alcune regie
e ha scritto diversi testi. Ha esposto i suoi quadri
in molte mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Sue opere figurano in molte collezioni private. Dal dicembre
2007 tiene un blog dedicato alla Poesia sul Corriere della
Sera on-line (http://poesia.corriere.it). Scrive articoli erecensioni di narrativa, poesia, saggi,
sulle pagine culturali del Corriere della Sera e su altri quotidiani,
riviste e siti internet.
Giuseppe
Curonici «Linguaggio spaziale e
linguaggio verbale. Di fronte al sacro e al sublime»
La
difficoltà nell’esprimere le idee di Sacro e di Sublime
è data dal fatto che queste nozioni
riguardano le dimensioni massime dell’esperienza umana, e il
linguaggio sia verbale sia spaziale è forzato a esaurire le
sue capacità muovendosi verso gli ultimi aspetti di ciò
che è percepibile e dicibile. Riconosciuto il confine tra
profano (o laico) e sacro, varcare il confine è possibile
soltanto con un linguaggio autocritico, ossia disposto a riconoscere
i propri limiti, usando definizioni non esaustive, parzialmente
indeterminate, e comunque aperte. Nato nel 1934. Laureato in
filosofia teoretica a Milano, Università Cattolica. Ulterioristudi di semiotica e storia dell’arte.
Articoli per riviste e mostre d’arte contemporanea in sedi
private e musei pubblici soprattutto in Italia e Svizzera.
Fino al 1999 direttore della Biblioteca Cantonale di Lugano (earchivio Prezzolini).
Opere
letterarie: L’interruzione del Parsifal dopo il primo atto
(romanzo, Interlinea, Novara 2002, premio
Bagutta Opera Prima); Nell’isola distante (romanzo,
Novara 2004); La Maschera di Edipo Re (poesie, Alla chiara
fonte, Lugano 2006).
Guido
Oldani «Senza il sublime»
Il
Sublime non lo conosco e diffido di tutto ciò che si elevi dal
suolo anche di una sola spanna. È il
tonfo quello che avverto, il gomito puntuto e sleale che ti accoglie.
In questa cassetta degli attrezzi che è l’universo,
sento il sacro come un pugno e mi fa felice se mi contraddice. Guido
Oldani è nato nel 1947 a Melegnano (MI), dove vive. Ha
pubblicato sulle principali riviste letterarie
del secondo Novecento: da «Alfabeta» a «Paragone»,
da «Poesia» a «Il Belpaese». È del
1985 la raccolta Stilnostro (ed. CENS), che reca l’introduzione
di Giovanni Raboni. Il secondo libro, Sapone (2001), è stato
pubblicato dalla rivista internazionale di poesia e filosofia
«Kamen», in occasione del decimo anniversario di
attività editoriale. La sua plaquette La betoniera è
del 2005 (LietoColle) e la sua traduzione inspagnolo (La hormigonera) gli ha valso la partecipazione al
festival internazionale di poesia di Medellín,
Colombia (2009). È stato curatore dell’Annuario
di Poesia (Crocetti editore) ed è presente in alcuneantologie, tra cui Il pensiero dominante
(Garzanti 2001) e Tutto l’amore che c’è (Einaudi
2003). Del 2008 è la pubblicazione di Il
cielo di lardo (ed. Mursia). È incluso nella Storia
della poesia italiana 1948-2008 (Daniele Maria Pegorari, Moretti evitali ed.). È curatore della
collana di poesia “Argani” (Mursia). Dirige il festival
internazionale di poesia di Cagliari. Le sue
poesie sono state tradotte e pubblicate e tradotte, oltre che
in spagnolo, in tedesco, inglese e svedese.
David
Aguzzi «Al servizio della parola e del
silenzio: la poetica di David Maria Turoldo» Riflessioni
e letture dedicate alla parola intesa come verbo in senso cristiano,
luogo ove risiede Dio, e la manifestazione artistica e poetica della
parola in Turoldo. David Aguzzi,
nato a Rimini nel 1966 ,vive a Riccione dove lavora nell’ambitodelle politiche sociali, giovanili, formazione
e lavoro, comunitarie. Laureato in Sociologia con specializzazione in
Teorie e Tecniche della Comunicazione, ama leggere poesia, saggistica
su comunicazione e relazioni sociali e tanto altro. Pubblica saggi e
articoli per la rivista «Catarsi. I Teatri della Diversità».È autore delle seguenti pubblicazioni: Lo straniero di
carta (prima indagine conoscitiva
sull’immigrazione nella provincia di Rimini); L’arte del
legno (artigianato locale); Il Dono di Davide. I Volontari e la rete
di Solidarietà (dedicato alle tematiche dell’handicap);
… e’ cuchel – il Gabbiano (tradizioni e usanze dei
pescatori Riccionesi); Per uscire dall’invisibile (ANC
Edizioni).
Patrizia
Rigoni “Date”
Date
è una sorta di poema sul tempo, in onore del tempo. Scrittopraticamente da ferma. Per tornare non a
‘voler’ dire, ma a dire quello che mi viene detto. Ciò
che oggi sono in grado di udire, e che non ho mai conosciuto in
questo modo. Sono date vere, potrebbero essere anche altre. Tutte le
date del calendario potrebbero essere Date. Se non ho avuto la forza
di trasformare ogni data in Data, è perché la vita
chiede sempre atti, oltre alla scrittura, chiede generosità
concrete, presenza al tavolo di lavoro, alla mensa dei figli. È
questa la vera difficoltà, l’ostacolo. Ma è
proprio dentro questa massa di rovi, nel disordine dei loro grovigli,
che voglio cercare l’offerta. Fermare l’irripetibilità
sacra del tempo, fermarlo come la pianta di una città, una
scultura, a volte un labirinto. Trovare l’ombra del tempo come
se fosse un albero, una persona. Riuscire ad entrarci dentro come in
visita ad un paese ritrovato. Dargli bussola, senso, intimità
e confidenza. Ascoltare le sue parole. Dall’alba al tramonto.
In una sorta di doppio binario dell’esistere, ‘dentro’
(per essere nelle cose) e contemporaneamente a lato (per poterle
testimoniare). Patrizia Rigoni, a
Trieste dal 1998, ha pubblicato romanzi e poesie. È appena
uscito con Fara il suo ultimo romanzo Avrò
i tuoi occhi. Con il romanzo Come tenere l’acqua nella
mano, MobyDick 2007, ha vinto il Premio
speciale Trieste scritture di frontiera, e con la raccolta di
poesie Distanze Astrali il Premio Internazionale di Poesia Fiur’lini
in Olanda. Conduce laboratori di scrittura autobiografica e
laboratori di narrazione su tutto il territorio nazionale,
sia per gruppi privati o associazioni culturali sia
all’interno di aziende e di istituti scolastici, come percorsi
di formazione professionale per
operatori. A conclusione dei laboratori ha pubblicato inoltre diversi
volumi. Da alcuni di questi sono stati
realizzati spettacoli teatrali e mostre. Si occupa inoltre di
comunicazione e di progetti culturali per la
città di Trieste.
Chiara
De Luca «Lettera al tuo silenzio»
Monologo
teatrale a mani sciolte con l’assenza. Dal ricordo dellaprigione rossa con le finestre aperte
sull’assenza, sotto gli occhi verdi del cecchino del silenzio.
Disperatamente in cerca del sacro nell’umano. Chiara
De Luca corre 10-12 chilometri al giorno, è nata a
Ferrara nel ’75, traduce da inglese,
francese, tedesco, spagnolo, portoghese. Ha pubblicato con Fara i
romanzi La collezionista (2005), La
Mina (stra)vagante (2006), la silloge senza inserita ne La
coda della galassia (2005), il poemetto La notte salva
inserito ne Lo spirito della poesia (2008)
e, con Alessandro Assiri, sui passi per non
rimanere (2008). Ha pubblicato con Perdisa la pièce
teatrale Duetti, e poesie in varie riviste e antologie. Sempre perFara ha curato nel 2009 l’antologia
poetica Nella borsa del viandante. Ha
tradotto, tra gli altri, Marcos Ana, John Barnie, Thomas
Beller, Jorge Carrera Andrade, John F. Deane, Guy Goffette,
Dominique Grandmont, Thomas Kinsella, Werner Lambersy,Colette Nys-Mazure, Sabina Naef, Gray Sutherland. Si occupa di
critica di poesia italiana e straniera su
riviste e siti letterari. Di recente ha pubblicato la raccolta
poetica La corolla del ricordo, con
traduzione in inglese di Eileen Sullivan.
Ha realizzato e gestisce il sito www.chiaradeluca.com,
che ospita le opere di oltre 130 poeti italiani
e stranieri. Ha creato le edizioni Kolibris
(www.edizionikolibris.eu), dedicate alla
traduzione e diffusione in Italia dellamigliore
poesia straniera contemporanea e alla creazione di sempre nuove
sinergie culturali tra le nazioni.
Nino
Di Paolo «Sacro e sublime nei poeti
‘senza speranza’ del ’900 italiano»
Ungaretti,
Quasimodo, Montale: la poesia del Novecento italiano presenta figure
che esprimono, nella differenza di sensibilità ed anche di
posizioni civili e politiche, una disperazione per le azioni degli
uomini che mai trova sbocco nella consolazione di un Dio-persona che
cancelli la morte. In loro, Dio è lontano e assente: la loro è
la generazione che ha visto e vissuto la decimazione della trincea e
che, in seguito, è stata testimone diretta di Auschwitz e di
Hiroshima. (…) In realtà Ungaretti ha una conversione
religiosa, a quarant’anni, ma le sue opere più
importanti e conosciute, le poesie scritte in trincea sono specchio
di una immagine di uomo fragile e sacro o, forse, sacro anche in
quanto fragile. (…) Diversi sono i percorsi umani di Eugenio
Montale e Salvatore Quasimodo. (…) Nicola
(Nino) Di Paolo, nato nel 1958, vive a Pero (MI) e lavora per
la locale Biblioteca Comunale. Anima, da alcuni
anni, gli “incontri con gli autori” che si tengono presso
la Biblioteca stessa. Ha pubblicato, per Fara nel 2007, Anno
Santo 1975. Da Milano a Roma a piedi, diario di viaggio di unadolescente e, nel 2008, Il
primato della pietà, raccolta di racconti
autobiografici e no, su temi attinenti le opere di misericordia.
Luigi
Cannillo «Marmo e fango. Sublime e
materia in poesia»
Sublime
e materia non rappresentano due forze contrastanti, ma piuttosto
elementi in tensione. Nella scrittura poetica si fecondano
vicendevolmente fino a formare un’energia unitaria di senso e
di lingua. Il confine tra queste due forze, apparentemente opposte, è
una zona di sconfinamenti e contaminazioni, fino a formare un campo
autonomo di nuclei inscindibili, nella parola e nei testi. La sintesi
della parola offre cittadinanza al rapporto fruttuoso fra immanenza e
trascendenza, fra utopia linguistica e Tempo e ha alimentato
esperienze poetiche diversificate ma molto significative: pensiamo,
anche solo in riferimento al ’900 e alla poesia contemporanea,
a Dino Campana, Paul Celan, Sylvia Plath, Pier Paolo Pasolini o, tra
gli autori più vicini nel tempo, a Milo De Angelis. Sublime e
materia sono infatti elementi essenziali della vita, dell’esperienza.
La poesia, che inevitabilmente vi si accosta e ne è voce,rappresenta e crea a sua volta esperienza: come lingua del
desiderio, della ricerca e della mancanza,
lingua delle interrogazioni e della meditazione sul destino e
la condizione umana; è componente imprescindibiledi tale ricerca, di tale slancio.Luigi
Cannillo è nato e vive a Milano. È insegnante di
lingua e letteratura tedesca. Ha pubblicato le sillogi
Transistor(TS, Novara 1986), Volo simulato (Campanotto, Udine
1993), Sesto senso (Campanotto, Udine 1999) e
Cielo Privato (Ed. Joker, 2005); le plaquettes Cieli di Roma
(LietoColle, 2006) e L’ordine della madre (Amici
del Libro d’Artista, Seregno, 2008). Singole poesie sono
state pubblicate su numerose riviste, fra cui Millepiani,
Manocomete, Il segnale, La mosca di Milano, Il Monte Analogo.
È presente, antologizzato come poeta o con interventi
critici, in antologie e raccolte di saggi. Ha collaborato alla
redazione dell’Annuario Crocetti 2000 e di Sotto la Superficie.
Letture di poeti italiani contemporanei (Bocca Ed., Milano,
2004) e ha curato con Gabriela Fantato La biblioteca
delle voci. Interviste a 25 poeti italiani (Joker, Novi
Ligure, 2006) e le antologie di poesia e prosa giovanile della
Rassegna “M. Incerti” Battiti d’alfabeto
(Ed. dell’Ambrosino, Milano, 1999) e Il Cerchio e la Conchiglia
(Le Voci della Luna, Sasso Marconi,
2008). Ha curato l’antologia Il corpo segreto. Corpo ed Eros
nella poesia maschile (LietoColle, 2008).
Antonietta
Dell’Arte «Così il deserto
si ascoltò»
Lettura
di versi.
Nata
a Troina (Enna), Antonietta Dell’Artevive e lavora a Milano. Fra le pubblicazioni:
Filtro, Guanda, 1984; Lei, Marsilio, 2001, selezionato al premio
Viareggio Repaci; Nel Bosco del Prete Rosso (versi per le Quattro
stagioni di A. Vivaldi), 1996); Il tema del Padre, Passigli,
2008; la fiaba La Lumaca del Bosco Rosso,
Castalia; il saggio Autoanalisi semiotica, Forlì, 1982. Fra i
premi, la “benemerenza civica” (Ambrogino d’oro)
del Comune di Milano (1993). La sua poesia è stata tradotta in
Romania, in Francia e negli Stati Uniti. È stata inserita, tra
l’altro, in Manifesto di Poesia, Ed. Rusconi, 1988; Poeti
latini, Bompiani, 1993; Repertorio della poesia contemporanea,
Mursia, 1970-1980; Il verso all’infinito, Marsilio, 1999.
Salvatore
Ritrovato «Poesia e preghiera»
Lettura
e commento di alcuni versi. A volte la poesia nasce da una preghiera,
e la preghiera diventa poesia. Ma quando e come la poesia cerca la
preghiera? Una scelta di testi di autori del Novecento e non;
riflessioni intorno al valore, e al bisogno, di guardare oltre le
cose. Salvatore Ritrovato (1967),
ha pubblicato tre raccolte di versi: Quanta vita (1997),
Via della pesa (2003), Come chi non torna (2008). Di recente ha
curato l’antologia Dentro il paesaggio. Poeti e natura
(Archinto, Milano, 2006). Di prossima pubblicazione, la
raccolta di saggi e interventi La differenza della poesia.
Insegna Letteratura Italiana all’Università di Urbino,
dove vive
Alfonsina
Zanatta «Sguardo sull’oltre»
La
poesia è sguardo sull’Oltre, disseppellirsi di mistero e
di trascendenza, affondo nell’essenza
della vita. L’intuizione di un altro mondo spesso
coincide con la sete di senso, con la tensione
esistenziale ad un approdo di luce e di significato autentico. Quasi
un affare di coscienza, un insopprimibile bisogno etico. Al tempo
stesso, o in un varco solo apparentemente successivo, la poesia
diviene sguardo sull’Altro, su Colui che mi trascende e che si
offre nella gratuità più libera alla mia attesa. Il
confine con la contemplazione, con l’esperienza mistica, si
assottiglia. D’altra parte i tentativi per dire Dio, la sua
Vita, la sua relazione con me non possono che stare nei dintorni
della parola poetica. Parola, sì, e silenzio. Silenzio.
Silenzio come grembo, come respiro. La poesia intesse relazioni
con l’Oltre, con l’Altro. Non ripiegamento, ma
dialogo. Non isolamento, ma partecipazione ad uno scambiovitale di Amore. Zanatta ha curato, per un’antologia
della Paravia, le sezioni dedicate alla poesia, con affondi
sulla produzione del Novecento e su quella contemporanea.
“Ospita” esperienze liriche nell’ambito di unprogramma radiofonico (in una radio
ascoltata nel Piemonte orientale). Scrive, organizza e cura la regia
di proposte poeticospirituali per la
Fraternità della Trasfigurazione, a cui appartiene. Vive e
opera a Vercelli.
Alessandro
Moscè «È possibile poter
parlare con Dio?»
L’esperienza
di Giorgio Saviane, scrittore filosofico-religioso, che in
quarant’anni di produzione narrativa ha sempre cercato il senso
di assoluto e di sacro, attraverso le parole dei suoi
libri.Alessandro Moscè è
nato ad Ancona nel 1969 e vive a Fabriano. Ha pubblicato l’antologia
di poeti italiani contemporanei Lirici e visionari (Ancona, il lavoro
editoriale, 2003); i libri di saggi critici Luoghi del Novecento
(Marsilio, Venezia 2004) e Tra due secoli (Neftasia, Pesaro 2007);
l’antologia di poeti italiani del secondo Novecento, tradotta
negli Stati Uniti, The new italian poetry (Gradiva, New York 2006,
seconda edizione 2008). Ha dato alle stampe le raccolte
poetiche L’odore dei vicoli (I Quaderni del Battello Ebbro,Porretta Terme 2004) e Stanze all’aperto
(Moretti & Vitali, Bergamo 2008). È tradotto in inglese e
in spagnolo. Si occupa di critica letteraria
e di filologia su varie riviste e giornali (“Il Corriere
Adriatico”, “Il Tempo”, “Pelagos”). Haideato e dirige il periodico di
letteratura “Prospettiva”, ed è caporedattore
della pagina della cultura del settimanale “L’Azione”.
Ha ideato e dirige il Premio Nazionale di Narrativa e Poesia
“Città di Fabriano”.
Lorenzo
Mari «Nel gorgo del cielo. Umberto
Bellintani a colloquio con il divino» L’intervento
è, prima di tutto, un omaggio al poeta mantovano Umberto
Bellintani nel decennale della sua scomparsa. La scelta di
ripercorrere l’incontro del poeta con il divino non traccia
soltanto un percorso mistico eterodosso, ma apre nuovi spiragli
critici sull’approccio al Mondo di una parola che non si è
mai limitata – nonostante le apparenze superficiali – al
perimetro della realtà quotidiana. Lorenzo
Mari (Mantova, 1984) vive e studia a Bologna. Ha pubblicato laraccolta di poesia Minuta
di silenzio (L’Arcolaio, 2009) ed è presente
nelle antologie Pro/Testo (Fara Editore,
2009) e Nella borsa del viandante (Fara
Editore, 2009). Collabora con la rivista militante «Tabard».
Roberto
Mussapi «La poesia affonda nel sacro
perché ne nasce» La
tragedia greca dell’età classica è una delle
massime espressioni poetiche di ogni tempo, e deriva da un rito: la
tragedia nasce come preghiera. Il sacro non è quindi un
possibile argomento della poesia ma una realtà inscinbibile
dalla poesia stessa, pur se da questa distinta. Una ricognizione su
poesia e sacro è dunque uno dei nodi del pensiero, poietico e
teorico. Roberto Mussapi, nato nel 1952, vive a Milano. Poeta
e drammaturgo, è anche autore di saggi e
di traduzioni da autori classici e contemporanei, oltre che di
un’opera narrativa, Tusitala, il narratore (Ponte alle Grazie,
2007). Tra i più recenti volumi ricordiamo Il testimone
(teatro, Jaca Book, 2007) e La stoffa dell’ombra e delle cose
(poesia, Mondadori, 2007), Volare (varia, Feltrinelli, 2008). È
autore e conduttore di programmi radiofonici.
Dome
Bulfaro «Milano Ictus»
Reading/performance:
Ictus come colpo. Ictus come accento ritmico di un
verso, di un passo che segna un cammino. Ictus come accidente
cerebrovascolare che nasce e muore nel cuore di Milano: il Duomo.Ictus come crollo del Duomo di Milano. Ictus come pesce,
acrostico cristologico (Ichtus-pesce) che
significa “Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore”.
Milano Ictus, attraverso progressivi crolli poetici, celebra un rito
di passaggio dalla condizione di ictus a quella di Icthus. Nel crollo
l’uomo risveglia la sua Poesia ricostruendo il dentro e fuori
di sé. Dome Bulfaro (Bordighera
1971, la foto è di Marco Zanirato) è poeta, performer,
artista. Ha pubblicato Ossa. 16 reperti (Marcos y Marcos 2001), Prove
di contatto (Coen Tanugi Editore 2006), Carne. 16 contatti (D’IF
2007) vincitore del Premio di Letteratura “Giancarlo
Mazzacurati e Vittorio Russo”, Versi a Morsi (Mille Gru 2008).
Tre testi di Milano Ictus sono inseriti in Pro/Testo, a cura di Luca
Ariano e Luca Paci (Fara, 2009). Sue poesie sono state pubblicate in
America (Interim, 2006) e in Scozia (Luath Press/Torino Poesia
2009) tradotte dal poeta americano Christopher Arigo.
È direttore artistico di PoesiaPresente, stagione
poetica in Brianza e a Monza, città in cui vive.
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