Non
al denaro non all'amore né al cielo Fabrizio de André
Terzo
Capitolo
Thiene
, Teatro Comunale
Sabato
24 Ottobre 2009 ore 21.00
Platea
– I Galleria 13.00 Euro // II Galleria 10.00 Euro
Barbara
Belloni Voce
Walter
Bottazzi Voce - chitarra
Maurizio
Mecenero Chitarra elettrica -acustica
Nico
Ceron Basso elettrico
Gigi
Terzo Tastiere
Claudio
Marchetti Batteria - percussioni
Miranda
Còrtes Fisarmonica Michele Sguotti Violino
Voce
recitante e regia Anna Zago
lighting
Designer Carlo Zerbaro
Produzione
Nicola Dalla Stella
Se
state leggendo queste righe, vuoi dire che Fabrizio De André
vi interessa. E, se vi interessa,
sapete
anche perché i tributi a lui dedicati non si assomigliano mai:
il fatto è che di DeAndré non ce
n’è
uno solo, ma tanti. E così i suoi appassionati. A ciascuno il
suo. Certi lo prediligono agli esordi,
profilo
francese (Brassens, Brel). Per altri resta il compagno di liceo più
avanti di qualche classe e
capace
di scherzi licenziosi (Carlo Martello). Qualcuno gli è grato
per aver svelato che strani fiori
possono
nascere negli angiporti genovesi e che una goccia di splendore la
possiedono soprattutto gli
ultimi,
qualcun altro s’è ritrovato uno spirito anarchico con la
voglia di muoversi in direzione
ostinata
e contraria, chi invece ha capito che il più grande
rivoluzionario della storia è stato un certo
Gesù.
C’è chi si è innamorato con le sue ballate
romantiche, chi ha imparato a leggere in italiano
nelle
lapidi di Spoon River o nelle storie di Dylan e Cohen, chi assieme a
lui ha scoperto — ai tempi
di
Bubola e della PFM — il rock d’autore, oppure —
nella fase con Pagani — il fascino etnico dei
dialetti
e il suono del Mediterraneo, luoghi di incroci fra genti e culture.
Certo, De André lo si può
amare
anche tutto, in blocco. Oppure lo si può amare e insieme
discutere, mica si è obbligati a
dargli
sempre ragione: siamo o non siamo anime salve, cioè libere,
come voleva lui? Ma che fosse
un
poeta — aristocratico e popolare — infinitamente più
grande dei poeti professionisti rinchiusi
nei
loro salotti letterari, è fuori discussione. Che abbia
forgiato musiche di irresistibile e perdurante
bellezza,
è altrettanto certo. Chi lo ha conosciuto (una fortuna che al
sottoscritto, pur brevemente, è
capitata)
ne conserva un ricordo che stride con certa oleografia beatificante:
non era un santo, né un
eroe,
bensì un uomo consapevole anche delle proprie contraddizioni,
e comunque dotato di una
disarmante
affabilità, di una contagiosa ironia. Figlio dell’alta
borghesia che non gli piaceva, non
sopportava
nemmeno le meschinità di quella medio-piccola e preferiva
guardare direttamente in
terza
classe, nelle stive e nei marciapiedi del mondo. Ci ha lasciato il
meglio di sé: la pesca
miracolosa
delle sue canzoni. Da tramandare a (futura) memoria attraverso le
generazioni, come in
effetti
sta accadendo: Bocca di rosa la sanno i sessantenni e i ventenni.
La
riascolteremo, assieme a tante altre tappe di un viaggio ogni volta
meraviglioso, qui al Comunale
di
Thiene grazie ai Terzo Capitolo e ai loro amici, artisti già
protagonisti di una emozionante
trasposizione
scenica de La buona novella. Ogni loro proposta, che Nicola Dalla
Stella progetta
sempre
con amoroso puntiglio, è una sorpresa capace di scaldare il
cuore. Stavolta l’omaggio è a
Faber,
che ci manca già da dieci anni, ma il dono è per tutti
noi.
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