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MOSTRA
DI POESIA VISIVA
Organizzata
dal Centro Culturale L’Ortica
a
cura di Davide Argnani
“POESIA
VISIVA OGGI? VIETATO PENSARE MA LIBERI DI ANDARE”
Con
un ’omaggio’ a EUGENIO M ICCINI
A
FORLÌ DAL 9 AL 21 OTTOBRE 2010
Inaugurazione:
sabato 9 ottobre 2010 ore 16
Presso
SALA MENOUNO del MEGA FORLÌ – C.so Della Repubblica n.
144 – Forlì
Programma:
Ore
16: Inaugurazione
Ore
17: “Lassù nell’Alto Appennino”: audiovisivo
di Luciano Prandini
Ore:17,30
“Un polipoema non lo si ascolta o lo si vede, si convive con
esso”: reading performance di brani dagli anni Ottanta
all’oggi, del poeta Enzo Minarelli.
Opere
in mostra di:
Ignazio
Apolloni (Palermo), Paolo Badini (Bologna), Vittore
Baroni (Viareggio), Claudia Bartolotti (Forlì),
Luigi Bassetti (Tredozio-FC), Rosetta Berardi (Ravenna),
Anna Boschi (Castel San Pietro, BO), Luciano Caruso
(Firenze-1944-2002), Romeo Casalini (Gambettola-FC),
Nadia Cavalera (Modena), Sergio Cena (Briaglia-CN),
Carlo Marcello Conti (Udine), Corrado Costa (Mulino di
Bazzano – 1929-1991), Caterina Davinio (Lecco), Antonio
De Marchi-Gherini (Gera Lario-Como), Prisco De Vivo (S.
Giuseppe Vesuviano-NA), Giannino di Lieto (Minori-SA,
1930-2006), Marcello Diotallevi (Fano), Liliana Ebalginelli
(Milano), Eltore Elica (Forlì), Giovanni
Fabbri (Castiglione di Cervia-RA), Franca Faedi
(Russi-RA), Fernanda Fedi (Milano), Giò Ferri
(Lesa-Novara), Ginetta Maria Fino (Bologna), Alfio
Fiorentino (Mestre-VE), Giovanni Fontana (Alatri-FR), Bice
Garzoni (S. Maria Capuavetere-CE), Gino Gini (Milano),
Antonio Giosa (Forlì), Alfonso Lentini (Belluno),
Oronzo Liuzzi (Corato-BA), Arrigo Lora Totino (Torino),
Mario Lunetta (Roma), Piero Maffessoli-Malipiero (Bagno
a Ripoli-FI), Ruggero Maggi (Milano), Maria
Grazia Martina (Breganze–VI), Vittorio Mascalchi
(Russi-RA), Eugenio Miccini (Firenze, 1925-2007), Enzo
Miglietta (Novoli-Bari), Enzo Minarelli (Cento-FE),
Giorgio Moio (Quarto-NA), Caterina Morelli (Bologna),
Franco Palazzo (Ravenna), Anna Palma (Cattolica-Rn),
Francesco Pasca (S. Pietro in Lame-LE), Giancarlo Pavanello
(Milano), Michele Perfetti (Ferrara), Lamberto Pignotti
(Roma), Franco Piri Focardi (Rignano sull’Arno-FI),
Luciano Prandini (Castelfranco Emilia-MO), Giancarlo Pucci
(Fano-PU), Gian Paolo Roffi (Bologna), Sabina
Romanin (Pordenone), Danila Rosetti (Forlì),
Antonio Sassu (Torreggia-PD), Renato Sclaunich (Bolzano),
Eugenia Serafini (Roma), Carlo Alberto Sitta (Modena),
Antonio Spagnuolo (Napoli), Adriano Spatola (1941-1988),
Erio Sughi (Forlì), Alberta Tedioli (Modigliana
FC), Massimiliano Testa (Samassi-Cagliari), Ettore Tomas
(Sasso Marconi-BO), Liliana Ugolini (Firenze), Franco
Verdi (Venezia 1934-Verona 2009), Ivano Vitali (Firenze),
Maria Filippa Zaiti (Forlì). E da altri paesi: Maryse
Aspart (Lagnes-Francia), Miguel Jimenez (Spagna), John
M. Bennett (Columbus, USA), Lubomyr Tymkiv-A.Moreno
(Ucraina), Ryosuke Cohen (Osaka). Fuoriprogramma:
opere dal mondo (dall’archivio Argnani-Miccini)
VIETATO
PENSARE MA LIBERI DI ANDARE
Poesia
visiva oggi? È possibile, anzi necessaria, almeno per
cancellare tutti i muri grigi, specialmente dopo l’abolizione
dei graffiti e la condanna degli artisti-graffittari e la tentazione
di inibire la libera espressione delle idee. Come sosteneva Eugenio
Miccini “gli Dei non amano il disordine”, ma i Visivi
prendono tutto il materiale offerto dalla realtà non per
analizzarla strutturalmente, ma per andare oltre l’analisi
strutturalistica,
,
per incrinare il dato visivo abituale e ricomporlo deformato affinchè
lo spettatore/lettore, osservandolo/leggendolo, ne venga respinto,
impari a comprenderne l’effettiva sostanza e i fini nascosti.
Quindi la poesia visiva è l’unica forma di espressione
artistica politicamente impegnata e valida a tutt’oggi. I mezzi
usati sono in generale poveri: materiali presi dai giornali, dai
manifesti, annunci pubblicitari, fotografie, mozziconi di parole,
raccolti ovunque. Poi rifusi e ricomposti con le tecniche più
diverse per creare opere/documenti in cui confluiscono il
soggetto/artista e l’oggetto realtà.
L’artista
è libero di andare, di pensare, di fare e di mettersi in
discussione. Proprio come già dal 1913 osò provocare il
poeta italo/francese Guillaume Apollinaire (Roma 1880-Parigi 1918)
con i suoi famosi Calligrammes,esprimendo una nuova visione
poetica libera dalle costrizioni della metrica e scritta in modo da
comporre un disegno, un’immagine; o come, qualche decennio più
tardi, farà anche l’impetuoso poeta gallese Dylan Thomas
con i suoi ‘parallelogrammi’; o addirittura l’uomo
delle caverne di-segnando sulla roccia i geroglifici della propria
presenza.
Ma
la Poesia Visiva in Italia si rivela dopo la metà del secolo
scorso, diffondendosi poi in tutto il mondo, grazie a due spiriti
ribelli e innovatori come Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti. Due
toscani nati e cresciuti in quella Firenze che per secoli e fino
all’ultimo dopoguerra è stata fulcro e movimento della
cultura. Insomma, per dirla con le parole di Miccini e Pignotti: “La
poesia visiva, nonostante tutte le diverse e molteplici relazioni con
analoghi fenomeni precedenti…, nasce in Italia negli anni
1962/63. Alcuni personaggi si trovarono – tra Firenze, Roma e
Napoli – ad operare a distanza sopra le stesse esperienze che
poi con diverse motivazioni ideologiche, metodologiche ed estetiche
furono raccolte e diffuse dal Gruppo ’70 di
Firenze. Vero è che nel suo ormai lungo corso le varie
puntualizzazioni poetiche hanno preso caratteri e sfumature diversi e
perfino antagonisti. Era ed è il segno di quella
partecipazione ad un ‘movimento’ che, ad opera delle
singole personalità, doveva ulteriormente precisarsi in ordine
a determinate opzioni tecniche, stilistiche, ideologiche…
L’arte, è stato detto giustamente più volte, non
è un hortus conclusus ma un processo, tanto più oggi
che questo suo “divenire” ha preso una costante
accelerazione, con l’inevitabile, progressiva entropia negativa
che caratterizza gli aspetti transeunti di ogni “progresso”.
La poesia visiva, infrangendo il privilegio accordato all’uso
verbale della parola o alla parola tout court, si pone all’esterno
della letteratura in quanto non le è complementare, non ne
attinge direttamente i modelli, non ne rispetta i “generi”
e si postula addirittura come alternativa…”. E poi,
secondo Lamberto Pignotti, se “I libri di filosofia verranno un
giorno stampati a fumetti, la linguistica sarà esposta con
tavole a rotocalco, il codice civile adotterà una segnaletica
di tipo internazionale analoga a quella del codice stradale? A parte
il suo aspetto paradossale l’interrogatorio racchiude in sé
un’esigenza tutt’altro che futile: là dove le
attuali lingue nazionali dividono, un linguaggio visivo potrebbe
unire. Oltre alla segnaletica stradale, del resto assai recente,
esistono da tempo altri linguaggi che si richiamano variamente a
un’esigenza visiva: basterà pensare per esempio alla
matematica, alla geometria, alla chimica, alla musica, ad alcune
branche della fisica in cui l’impiego dei simboli evita l’uso
di frasi…”
Tutto
questo e non solo questo si scopre lungo il percorso della mostra
forlivese che raccoglie opere fresche e recenti dei maggiori artisti
italiani della poesia visiva contemporanea, con qualche testimonianza
di gesti visionari di poeti di diversa appartenenza globale.
LA
POESIA È
MORTA? VIVA LA POESIA!
Ringraziamenti:
a Mega-Forlì per la messa a disposizione della Sala MenoUno
del MEGA-FORLÌ per la realizzazione della mostra; ad
Alessandro Miccini e Anna Palma, alla «Galleria Palestro»
di Ferrara per aver prestato opere di E. Miccini, e a tutti i
collaboratori e agli artisti che hanno aderito.
Orari
di visita: Lunedì-Sabato: 17-19; per appuntamento
telefonare a: 0543/402300 D. Argnani) - 3337167331 (Mega-Forlì);
Centro Culturale L’Ortica: Tel. 0543/092569 – E-mail:
orticadonna@tiscali.it – homer_g@tin.it
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