LA
GIRARINA ARTE CONTEMPORANEA VERONA
DENIZ
USTER | TOM HARRUP
ENCRYPTING
SIGNS ON THE FABRIC OF A RHIZOME
a
cura di Elena Forin
14.MAG.2011
| 17.SET.2011
Inaugurazione
sabato 14 maggio 2011 ore 18:30
Dopo
le mostre di Daniele Giunta e di Daniele Girardi, la Galleria la
Giarina prosegue la propria attività espositiva dedicando una
mostra a due giovani esponenti del panorama internazionale, Deniz
Üster e
Tom Harrup.
Per
questa loro prima mostra italiana, gli artisti presentano parte della
ricerca che affrontano insieme, e che si sofferma sulla teoria della
trasmissione di informazioni digitali attraverso elementi vegetali.
Tecnologia,
informazione, trasfigurazione e scienza, secondo Deniz Üster e
Tom Harrup si fondono a vari livelli, generando molteplici
diramazioni alle forme naturali (i rizomi appunto). Criptare i segni
sulla pelle di queste trasformazioni, significa quindi mettere in
atto un tentativo di lettura dei contenuti che queste
raccolgono.
Üster e Harrup, con il loro giardino sperimentale
in miniatura, ci accompagnano nell’universo di una scienza
empirica, ingegneristica e laboratoriale; nel mondo dell’indagine
teorica rappresentato dall’installazione sonora, che spiega la
teoria degli artisti rispetto a queste tematiche, e infine nella
ricerca codificata e museale, manifesta nell’esposizione di un
volume scientifico che però è inaccessibile, perché
custodito sotto una teca.
A questa visione, in cui gli artisti
cercano la crescita e lo sviluppo inevitabile e incontrollabile
dell’elemento naturale mettendo a confronto, non senza una
certa ironia, la propria indagine a quella della scienza
tradizionale, Üster e Harrup aggiungono schizzi, formule,
articoli di giornale, e il testo dell’installazione audio,
offrendo agli spettatori “un paesaggio in bianco e nero tratto
dal libro presentato nell’altra sala. Questi elementi,
incorniciati e appesi al muro, daranno l’idea di un pamphlet
prodotto a basso costo, o di una documentazione da studiare
attentamente”.
Tra occultamento e rivelazione, apertura e
chiusura, mistero, ambiguità e rappresentazione, lo spettatore
vivrà quindi un’esperienza in cui novità,
informazione, studio, scoperta e sorpresa si alterneranno alla
frustrazione di una latente inafferrabilità.
Dopo il mondo
naturale pieno di apparizioni dell’installazione di Daniele
Giunta, e dopo la natura digitale e per immagini di I Road di Daniele
Girardi -entrambe ancora visibili nelle altre sale della galleria-
oggi con Deniz Üster e Tom Harrup si aggiunge un’altra
interessante visione a una delle tematiche ricorrenti nella
programmazione e negli interessi della galleria: il mondo della
natura e la sua innata propensione all’ibridazione delle forme.
Deniz
Üster
(Istanbul, 1981) è un’artista di fama internazionale che
vive e lavora fra Glasgow e Istanbul. Si è laureata a
Istanbul, dove ha anche conseguito un master. Dopo essersi trasferita
a Glasgow ha completato i suoi studi alla Glasgow School of Art. Il
suo lavoro è stato esposto al Centre of Contemporary Arts,
Glasgow; al Kunstlerhaus Bethanien, Berlino; all'Eligiz Contemporary
Art Museum, Istanbul; al TPTP Space, Parigi. Di recente ha esposto
alla galleria Saatchi di Londra.
Attraverso
un linguaggio alchemico, il lavoro di Üster spesso implica
processi di trasmutazione, anche se, diversamente da ogni concetto di
sublime ermetismo, le sue opere trasformano ciò che è
di valore e di profitto, in qualcosa di futile e di inutile. In
queste opere utilizza i riti e il folklore della Turchia Anatolica,
ibridati con la natura antitetica della Scozia, che la influenza per
spettacolo industriale e per bellezza naturale. La natura del suo
lavoro è quindi altamente contraddittoria e volutamente falsa
nella sua apparenza.
Tom
Harrup
(Brighton, 1980) è uno scultore che vive a Glasgow. Ha
studiato al Leeds College of Art and Design e si è laureato
alla Cardiff School of Art prima di conseguire il master presso la
Glasgow School of Art. Ha esposto al Centre for Contemporary Arts,
Glasgow; al Kunstlerhaus Bethanien, Berlino, e al Trongate 103,
Glasgow. Tom continua a lavorare alle sue sculture ai Glasgow
Sculpture Studios, e di recente è stato premiato con una borsa
della Royal Scottish Academy per poter usufruire di una residenza
allo Scottish Sculpture Workshop.
Il
tempo è un elemento chiave nel lavoro di Tom: un materiale è
soggetto a una serie di processi, che nella loro ripetizione si
accumulano in un nuovo lavoro. Le città sotterranee scavate
nella regione della Cappadocia in Turchia, come anche la topografia
post-industriale di Glasgow, esercitano una grande influenza sulla
sua ricerca: tavoli, porte o sistemi sonori in plastica vengono
smantellati e riorganizzati, il loro interno rovesciato e rivelato
(proprio come in quelle realtà); la luce è proiettata
attraverso lo spazio interno per isolare certe zone, cartone o
cartongesso sono scolpiti e ammucchiati per aumentare la profondità,
proprio come nei processi additivi del modellare in tre dimensioni.
In questo senso, per continuare con il suo lavoro Tom deve sempre
fare riferimento a ciò che è successo in precedenza.
Durante
l'anno passato Deniz e Tom hanno studiato e inventato un metodo quasi
scientifico, che si è espresso in forma di una installazione
di strumenti da laboratorio e da orticultura ibridati, esposta nella
loro prima bipersonale all’Umbrella Art Space di Leeds. Di
recente il lavoro è stato mostrato al Cupar Arts Festival,
Fife (Scozia) in ottobre. La mostra a La Giarina Contemporanea,
Verona, rivelerà la struttura concettuale che sostiene l'idea
dell’immagazzinamento di dati nei rizomi.