UN
LIBRO IN RETE
La
mente che scodinzola
Storie
di animali e di cervelli
Edizioni
Mondadori Università – collana Scienza e filosofia
Giorgio
Vallortigara
autore
del libro
introduce
e coordina
Giulio
Nardon
ITIS
“V.E. Marzotto”
giovedì
21 marzo 2013 ore 20.30
PALAZZO
FESTARI - Corso Italia n.63 – Valdagno (VI)
per
informazioni: info@guanxinet.it
- www.guanxinet.it
tel. 0445 406758
Un
neuroscienziato ci racconta del cervello e della mente degli animali,
esseri
umani inclusi
Ci sono due idee sulle
menti e i cervelli che diamo per assodate. La prima prende origine
dalla concezione secondo cui esisterebbe una sorta di scala
ascendente delle creature viventi, che vede collocate sui gradini più
bassi le creature meno complesse e meno evolute e agli apici quelle
più complesse ed evolute. Tale gerarchia si applicherebbe a
tutte le strutture dell'organismo, cervello incluso. Vi sarebbe
perciò anche una scala ascendente e progressiva delle funzioni
mentali, con la sommità occupata dalla nostra specie. La
seconda è l'idea che i cervelli servano a darci una
rappresentazione veridica della realtà. Le due idee hanno in
comune vari aspetti, tra cui quello, ritiene l’autore di “La
mente che scodinzola”, di essere entrambe sbagliate.
I biologi sanno che per
gli organismi viventi non ha alcun significato parlare di specie più
o meno evolute. Tutte le specie viventi sono egualmente evolute.
L'idea dominante è che l'evoluzione sia una storia di aumento
di complessità di strutture che divengono così sempre
migliori. E' facile mostrare che le cose non sono così
semplici. Non è questo il modo in cui la biologia moderna
concepisce l'evoluzione. L'evoluzione implica cambiamento, ma non
necessariamente progresso. Perciò l'evoluzione per selezione
naturale non implica la costruzione di cervelli sempre più
complessi, perché non è la complessità di
struttura il criterio su cui opera la selezione naturale, bensì
la sopravvivenza selettiva e la riproduzione. Chi ha detto che ci si
riproduce di più con un cervello più complesso?
La complessità
della vita mentale è associata tradizionalmente al fatto che
gli esseri umani avrebbero una migliore, più completa
rappresentazione della realtà. Non c'è dubbio che il
confronto tra le diverse specie riveli capacità differenti. Ma
gli etologi hanno compiuto grandi progressi nello studio della
comunicazione animale quando si sono resi conto della falsità
dell'assunto secondo il quale la comunicazione serve a trasmettere
informazioni veridiche. In natura la comunicazione animale serve
principalmente per ingannare e imbrogliare. La percezione dovrebbe
essere considerata alla stessa stregua: le nostre percezioni non sono
state plasmate dalla selezione naturale per darci un'immagine
veridica del mondo, quanto piuttosto per ingannarci sufficientemente
bene da sopravvivere nel mondo.
L’evento
fa parte del ciclo di incontri organizzato dall’ITIS “V.E.
Marzotto” di Valdagno
LA
VIA DELLE SCIENZE
www.itismarzotto.it/laviadellescienze
Giorgio
Vallortigara è professore ordinario di Neuroscienze,
direttore del Center for Mind / Brain Sciences dell'Università
di Trento e Adjunct Professor presso la School of Biological,
Biomedical and Molecular Sciences della University of New England,
Australia. Ha scritto oltre 200 articoli su riviste scientifiche
internazionali e svolge un'intensa attività di divulgazione su
varie testate giornalistiche. Ha pubblicato “Cervello di
gallina” (2005), vincitore del premio Pace per la divulgazione
scientifica nel 2006, e “Nati per credere” (2008, con
Girotto e Pievani). Coordinerà la serata Giulio Nardon,
docente dell’Istituto Tecnico Industriale “V.E. Marzotto”
di Valdagno, laureato in Astronomia presso l'università di
Padova.
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