Museo
Della Carale Accattino
per
la poesia sperimentale visiva – Ivrea (TO) – Via Miniere
34 - www.museodellacarale.it
GIANNI-EMILIO
SIMONETTI - OTHERMAPS OTHERNEARBY
“A
way a lone a last a loved a long the... / ...riverrun, past Eve and
Adam's, from swerve of shore to bend of bay, brings us by a commodius
vicus of recirculation back to Howth Castle and Environs."
James Joyce,
Finnegans Wake
Sabato,
21 marzo 2015 alle ore 18.00
Un evento
multitasking con la partecipazione di: Luigi Bonotto, Giulia
Tacchini, Giulia Maffei, Stefano Montani, Nicolò Parini, Pip,
Poldino, Cina.
Un
ringraziamento speciale all’atelier di
“arteterapia”dell’ospedale di Luino e al dott.
Isidoro Cioffi.
A cura di
Lorena Giuranna e Adriano Accattino
L'espressione
mappa mundi, erroneamente riferita al planisfero, ma in realtà
indicativa della mappatura bidimensionale, richiama il fatto che
qualche centinaio di anni fa le carte geografiche venivano realizzate
anche su stoffa (= "mappa"). Mi piace pensare a questo
legame con un tempo relativo guardando le mappe di Simonetti esposte
per questo progetto al Museo della Carale di Ivrea. Perché al
loro interno abitano percorsi surrealisti, reperti Fluxus, resti di
un pasto (o citazioni letterarie?), oggetti d’uso comune.
Simonetti propone tre mappe o tre isole, che saranno collegate tra
loro da piccoli binari del treno. Osservando le mappe si percepisce
però che esse non vanno interpretate per compiere uno
spostamento, al contrario, sono le vestigia di azioni già
avvenute, alcune durante precedenti mostre, altre invece portano i
segni di una recentissima azione. In sostanza ci aiutano a
disorientarci nel paesaggio anticonvenzionale dell’esperienza
“Fluxus”. Comunicazione, passaggio, confine abbattuto,
violazione delle regole, contagio sociale, idealismo, politica,
gioco, azione, moto inarrestabile, sono termini ed espressioni che
ruotano attorno all’idea di Fluxus, movimento (artistico) nel
senso etimologico del termine, più che in quello storico
critico. Fluxus impedisce una reale appropriazione delle cose, dunque
gli oggetti non hanno valore di per sé, ma in quanto traccia
del flusso spazio-temporale nel quale sono stati totalmente immersi.
Gianni Emilio
Simonetti è stato tra i protagonisti italiani del movimento,
con Giuseppe Chiari. I due artisti hanno realizzato nel 1964 la
mostra Gesto e Segno alla Galleria Blu di Milano, inoltre Simonetti
(insieme a Daniela Palazzoli e Gianni Sassi) è stato promotore
di Fluxus a Milano anche attraverso il centro ED.912, la
pubblicazione delle rivista “B°t” e il costante
contatto con Maciunas (tra i più politici del gruppo), che ha
portato all’organizzazione di numerosi concerti ed eventi
Fluxus in Italia.
Di Simonetti
in mostra esponiamo le mappe e un corpus di opere inedite, tra cui
alcuni dei suoi spartiti. Dal 1964 l’artista, colpito dalle
ricerche di Cage, inizia a comporre “Mutica”, diciassette
partiture di musica muta in cui l’aspetto visivo del segno e
del colore ha un ruolo di primo piano. Spesso i suoi lavori sono
intrecci di immagini, parole e piccoli oggetti connessi da frammenti
di annotazioni. Nell’opera di Simonetti il costante oscillare
dal frammento alla totalità permette di incontrare due
infiniti: infinitamente grande e infinitamente piccolo. Anche questa
modalità conduce a quel senso di fermento, possibilità,
e attese che porta a Fluxus.
Il viaggio
prosegue guardando verso il basso dove si possono osservare diverse
tele pittoriche risultato di un progetto di Simonetti legato alla
terapia dell’arte. Con i pazienti di psichiatria che segue da
anni, l’artista ha cominciato un percorso di realizzazione di
opere che si servono, per nascere, anche dell’utilizzo di cibo
e musica. Attraverso questi elementi i “collaboratori” di
Simonetti sono guidati alla realizzazione di tele collettive. È
possibile approfondire il progetto anche attraverso i video
realizzati durante i laboratori.
Infine, parte
del progetto espositivo sarà l’inaugurazione della
mostra, momento in cui avverranno alcune azioni “live”
per la costruzione delle mappe e ci sarà un evento culinario
inedito, in cui due cuoche-biologhe cucineranno e proporranno
biscotti proteici preparati con la farina di insetti. Un modo per
riflettere sui temi della sostenibilità alimentare alle porte
di Expo 2015, oppure per scoprirli apertamente, senza doverci
necessariamente preparare e organizzare per anni, come spesso accade
nella realtà.
Detto questo,
non ci si illuda che la mostra sia conclusa, perché mentre
vedremo il filmato di precedenti inaugurazioni, saremo a nostra volta
ripresi nelle nostre azioni, per essere una nuova parte di quello
stesso video che sarà proiettato alla prossima occasione.
Qui il tempo
è un flusso continuo di azioni, qui la storia dell’arte
non esiste.
La
mostra rimarrà aperta fino a domenica 26 aprile 2015 il sabato
e la domenica dalle 15:00 alle 19:00.
Per
informazioni: tel. 0125 – 612658.
Ingresso
libero.
Museo
Della Carale Accattino per la poesia sperimentale visiva –
Ivrea (TO) – Via Miniere 34 - www.museodellacarale.it
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