anno 2013 |
Silhouette 
“Silhouette” di Silvia Comoglio: commento alla tonica
Silhouette di Silvia Comoglio è un libro che sfiora l' Essere e il Divenire delle cose : come un frutto , esso matura attraverso l' ebbrezza e il sentimento di una esperienza mistica di natura erotica.
ébbra a voce
Il soggetto è l' amore-eros “che è godimento, e precisamente godimento della bellezza sensibile e sovrasensibile che scaturisce da una esperienza estetica... e che nella sua più sottile sublimazione, in effetti, porta sempre con sé qualcosa dell' eros del Convito di Platone : di questo grande demone che sublima il calore della volontà di generare nel calore divino” ( Mistica orientale e mistica occidentale, Rudolf Otto, ed. SE p.238). La struttura stessa del libro appare come una scala ascendente in cui i gruppi di poesie formano i gradini : insiemi modulari progressivi . Una scala musicale di accordi che sfocia , alla fine , nel Canto. La modulazione è, come la vita stessa , consonante o dissonante : concordanza dei toni ( intervalli di terza e quinta giusti) o discordanza ( intervalli diminuiti ed eccedenti):
Do maggiore - Do diesis - Re minore – Re diesis – Mi settima diminuita – Fa diesis – Sol maggiore – La diesis – Si minore - Canto
Le immagini , lungo il testo, si rincorrono precise ed eidetiche : il loro simbolismo è pregnante , epico e biblico ( il limite a roveto – divampa) . Affermato è il riferimento ai maestri della poesia e del pensiero:
precíso, precíso è lo stupore nell' incanto di sempiterne memorie della voce
Immagini che è necessario ascoltare e lasciar scorrere, incontaminate: come in una scena, come attraverso il vetro alla finestra: in asse alle finestre – chiuse - per la notte ... ove i piccoli pensieri, - silenti- sembrano aderire come fossero orme , i passi di falena . Trasfigurazione montaliana: battè più volte sordo sulla tavola /sui vetri ribattè chiusi dal vento,/ e da sé ritrovò la via dell' aria ,/si perse nelle tenebre. (Montale, Le Occasioni, Vecchi versi) . Il Presente immerso nelle onde invisibili al fondo della notte. Penetrare nel ricordo della memoria, trasportare sul dorso impresso il segno del “memento” , un teschio circolare: scrollò pazza aliando le carte – e fu per sempre /con le cose che chiudono in un giro /sicuro come il giorno, e la memoria/ in sé le cresce. Piccoli alienanti ombrosi pensieri , ombre del fiore del cerchio : la margherita. Gnosi ed alienazione: Plotino.Giustamente lasciar scorrere sino alla bella postfazione di Giorgio Bonacini poiché non è possibile raccontare con la parola ciò che non ha nome. Esperienza estatica, catalettica:
ébbra a voce a taglio di contratta língua nella bocca a catalessi ---
in cui l' Amore è detto, contraddetto, negato, riaffermato : già nell' incipit, amore nascosto nelle rose di cui Eros è l' anagramma:
ho messo in scena - l' álbero e le rose la silhouette del vento e del mio amore
Come nel Cantico dei Cantici, come in San Giovanni della Croce, come in Caitanya , la bhakti (adorazione) “si trasforma in prema (amore), in ardore amoroso incandescente e colorato di erotismo nel senso dell' erotismo di Krishna. Qui la condizione di unione è ricercata attraverso il fuoco del sentimento amoroso, che supera nella sua ebbrezza i confini della individualità e cerca l' unione con il suo tenero amato”. ( Mistica orientale e mistica occidentale, Rudolf Otto, ed. SE p.180 ) . Come nella mistica sufi di Rūmī e di al Hallāj , l' universalità di una potenza quasi blasfema e, quindi, da combattere :
érta a mezzaluna
...
tra i giorni difesi a gelsomino: difési
Dantesca la salita : “Ed ecco, quasi al cominciar dell' erta”. ( Div. Comm., Inferno, Canto primo, v.31) La Lonza maculata di piccole ombre: amore carnale. Il gelsomino: cespuglio profumatissimo della Grande Madre; fiore di Afrodite, in oriente simbolo dell' amore coniugale nei suoi molteplici aspetti. Fiore dai cinque petali: la sua forma pentacolare lo rende un talismano naturale. Ecco la sua difesa, che è difesa dalle fiamme che divampano , le fiamme profumate del roveto ardente , poiché
il límite a roveto divámpa
Amore che offende, amore che difende, ed è il medesimo amore : esso può rivelarsi attraverso una duplice via: “la via eminentiae e la via negationis , che sono i metodi della teologia occidentale con i quali si giunge ad esprimersi sul divino. La via eminentiae è la via dell' idealizzazione ; si giunge ad affermazioni su Dio che gli attribuiscono tutti i predicati ideali pensabili nel più alto grado,o, meglio , in assoluta pienezza... la silhouette delle cose. L' altro metodo per giungere ad esprimersi sulla Divinità è la via negationis. Si circonda la Divinità con predicati negativi. Il senso di questi predicati negativi è l' esclusione, che però non significa svuotamento o impoverimento, ma esclusione di tutte le determinazioni in quanto limitazione,
il límite a roveto
impoverimento e analogia con la creatura. Essa è negatio negationis, e perciò, in quanto litote, il massimo del positivo.”( Mistica orientale e mistica occidentale, Rudolf Otto, ed. SE p.127). Significa che la via negationis inizia là , dove termina la via eminentiae. L' oscurità dopo la luce:
Divenire fuoco avviene con resistenza, con dolore e sospiri, come un impulso inquieto nel tempo. La nascita perfetta del fuoco, invece, è gioia e piacere, senza tempo e spazio.( Meister Eckhart. BU , 2, 76 in Opere Tedesche)
Il rosaceo roveto, limite dell' esperienza d' amore nel sonno e nella veglia tra la presenza (via eminentiae) e l' assenza (via negationis), nella pienezza e nella desolazione. L' esperienza dell' incontro nel Cantico dei Cantici:
La Presenza:
La sposa : Come un melo tra gli alberi selvatici, così è il mio diletto tra gli amanti. Sospirai di sedermi alla sua ombra
Lo sposo: non svegliate il mio amore, non svegliatelo fin che non piaccia a lei (Cantico dei Cantici, scena seconda, Giulio Einaudi editore)
dórmo , amore-dormo – la música di piume estrema nello spazio – álto di cicogna, la luce la-luce-insonne, del tempo che riveste
L' Assenza:
La sposa: Apersi al mio diletto, ma il mio diletto era andato via. La mia anima parve venir meno... Mi imbattei nelle guardie di ronda alla città; mi strapparono il velo, mi percossero,, le guardie delle mura... (Cantico dei Cantici, scena quinta, Giulio Einaudi editore)
Innamorarsi del Tempo che sconfina tra i due mondi: il mondo del sogno e il mondo della veglia : esperienza Inafferrabile priva di nome: onoma. Che mai non riposa e dissolve tutte le cose e le ricopre di terra , come una coltre:
...l' amore mio sóffoca la terra di tutte le mie insegne, l' amore mio sóffoca la terra di tútte – le tue insegne ...
spoglie della battaglia.
del mio amore davvero non vi parlo perchè è acuto nel troppo della veglia, perchè vi aspetta all' án-golo del sogno, negándo – A punto fermo! Il passo appena stato
Lo stato di sogno, ove libertà non è concessa (cfr. Maria Zambrano) : impotenza , improgresso. La livella del Tempo innominato , di cui è concesso parlare solo per metá-fore di canto, continuamente arrischiandone l' ipostasi di essenza . Poiché il Tempo non si oppone all' Essere come il suo esatto contrario: è bensi vuoto d' Essere, assoluta mancanza. Così, le cose divengono in quanto precipitano in sé stesse: creaturalità ( cfr. M. Eckhart). Come se l' Essere costituente dovesse eternamente colmarne il buco nero con nuova materia e nuova creazione. Sovrapposizione di strati su strati:
démoni severi, scure effigi scure di mondi già limati a térre, del tuo peso : → lande-già soffiate
E' necessario dare un segno al Tempo, per parlare di esso; indicarne la presenza come attraverso l' idea di un corpo che nell' idea riposa:
è il corpo del tempo che riposa. la-silhouette- del vento e del mio amore
silhouette : archetipo del pensiero-vento ( pneuma) e del pensiero-pathos (amore), pensiero che agisce e subisce. Piccolo segno, piccolo come un punto ( A punto fermo!), piccolo come uno iota ( i) : l' ú – signolo d' oro senza notte né significato:
: → l' úsignolo d' oro – cela il suo passato apparendo sull' orlo dell' attesa, senza notte, nè- significato
coltre pacificata , senza guerra. Finalmente in pace nel riposo eterno in livellata coltre di térra- bianca. Ecco il “grande segno” : l' álbero vergato a ombra immedicata , oscuro albero (Pruno = Pravus et Prunus, Bruno) di tutte le mie insegne, di tútte – le tue insegne s' erge come l' asta da- trecent- anni issata del vessillo, sul profilo falciforme di un isola selvaggia - érta a mezzaluna- dall' orlo cá-rico di Tempo. Isola di tórri e madrepore e licheni: il límite a roveto. Preludio alla battaglia. Divampa la battaglia nell' í-sola che marcia, strenua è la difesa
nell' é-pica di un sogno funam-bolo di cielo ---
resistenza – flessibilità : solitudine vaga e femminile del corpo-isola ( i-sola, gota) ricoperta dal corpo-tempo ; ecco, il “grande segno” trasformarsi in “piccolo segno” dal gioco dell' amore: in ú-signolo, in stelo d' erba. In altezza di radice! Un “piccolo segno” dell' eternità come dice M. Eckhart, poichè la vita di un neonato , per quanto possa essere breve, posta di fronte all' eternità è come quella di Matusalemme :
il pruno scuro nell' ansa dell' inverno → il modo eterno di dire e sillabare sono stelo – e ómbra- mite a suono ---
PS: ciò che è stato scritto è silhouette, il profilo dell' Idea: interpretazione. (cfr. F. Nietzsche) . Attraverso la poesia che scompone il tempo e lo spazio preservando la limpidezza e la semplicità delle cose Silvia Comoglio sembra volerci condurre óltre l' angelo sommesso, il ciglio attraversato da un sogno pensato iridescente, puro – e – iridescente : il vívere stregato. E' risvegliare sé stessi alle cose, è poter raccogliere le cose così come sono: gratuite nel loro profondo insondabile fondo . Come ci insegnò Dante: “non ragioniam di lor, ma guarda e passa” ( Div. Comm., Inferno, Canto terzo, v.51). Tutto ciò è :
vivere di segreto
liberamente accettare libertà
ama e fa ciò che vuoi
S.Z. 15/02/2013
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