anno 2014 |
Silvia Comoglio 
"Via Crucis" Introduzione di Sergio Zanone
Via Crucis di Silvia Comoglio è una breve raccolta poetica , edita da puntoacapo Edizioni, di diciassette liriche ( per un totale di 217 versi) : all' epigramma evangelico introduttivo di sapore gnostico-alessandrino (Maria Sua Madre) seguono le quindici tavole corrispondenti alle Stazioni della Passione di Cristo ; l' elegia Terezin conclude le visioni del Cristo:
“da lì ci guardi, da lì, da Terezin”
Terezin è il Sepolcro del Mondo: il Sepolcro custodisce una Voce d' amore , Voce bambina:
Se mi ami – soffia sulle ali, le ali di farfalla
L' esortazione risuona più volte nel testo poetico di Terezin attraverso le figure retoriche della allitterazione ( le ali della farfalla) e della duplicazione delle parole: ali, le ali – allarga, allarga - specchi ripetuti – E poni, poni – un sasso, un sasso - di nudi amori nudi – resti, resti – da lì, da lì . Endiadi del Cristo : due Nature – la Natura umana e la Natura divina – unite in un' unica Persona: sovrapponendo materia e essenza: figura della duplicità del corpo nudo che è trasparente e immateriale – diafano: Diafano nell' aria e privo di spessore : Il corpo, Madre, non ha spessore ... diafano e leggero - e materiale , in disfacimento: sfatto e ricomposto in ordine di croce. Sin dall' inizio del libro l' endiadi risuona in echi amati e trasmutati che oscillano tra i significanti e i significati delle parole, tra il tempo-ore e l' eternità-sempre:
Maria Sua Madre
allitterazione della sillaba “Ma” , apertura della parola che si rivela – di fatto e non solo per analogia simbolica - l' ingresso del mondo : la Madre uscio, sorgente di carezze - “minuziosa má-ssima carezza” - scultorea Pietas . L' immagine della Madre “porta” - “ianua” latina - si ricollega alla rappresentazione mitico-pagana di Artemide-Diana come falce di Luna - sfera metafisica sede temporanea delle anime - che separa il mondo che ritorna dall' abisso lungo il filo della manifestazione dell' Essere, cruna dopo cruna :
in perfetti cerchi costruiti nell' annullo di ombra e di distanza,percorsi fino al vero cielo, divenuto suolo
Al limite del giorno, quando ormai il grido della notte - Consummatum est - riduce “dell' alba la distanza”- la luna si è spogliata del velo , sorride il cielo azzurro :
Sfatto ora è il plenilunio
...
l' ombra che qui sembra tutta già compiuta in dimora di vasto cielo aperto, da guardare in silenzio e sorridendo
Sorriso contagioso, potenza dell' apocatastasi :
E il tuo sguardo, Madre, è l' arco che mi tiene, più forte di un gesto mio di presenza
...
immoto soffio che s' inarca
Sguardo arcuato – simile all' arco di Artemide cacciatrice - carico di tensione poiché custodisce l' esistenza delle cose nello scrigno; Maria Sua Madre , adempimento biblico dell' arca dell' alleanza, contiene (inarca) l' immoto soffio, sintesi degli opposti. Apocalittica nascita di cieli e terre nuovi, esplosione di un punto che condensa in sé il nascere e il morire delle cose:
di un grido tutto già riposto sull' uscio appena aperto, dove nascere e morire è istante denso e nominato
...
cantico sospeso nell' estasi di istanti próssimi di soglia, di – irrompere di mondi del tutto - trasparenti, “a – mattutino colpo dívampato in cielo
...
esploso in terra sempiterna
Quale distanza, quale esperienza del sacro esprime la Parola che chiama all' esistenza ( nomina le cose) quando in assoluta solitudine viene processata e giudicata dalla folla (“Prima stazione – Gesù è condannato a morte”)? Il senso pagano dell' Amore-Eros - ad esempio, di un Ovidio - in cui la folla appare succube delle pene d' amore viene completamente stravolto quando Amore è Agape:
Blanditiae comites tibi erunt Errorque Furorque assidue partesturba secuta tuas. His tu militibus superas hominesque deosque; haec tibi si demas commoda, nudus eris.
Le carezze ti saran compagne, e l' Errore e la Follia, la turba che prende assiduamente le tue parti. Con questi soldati superi e uomini e dèi; se ti tolgono questi aiuti, sarai nudo.
(Ovidio, Amores, II carmen , v.si 35-38, trad. Fabio Varieschi, Oscar Mondadori)
L' esplosione è un turbillon: la Parola-farfalla dal centro di una spirale si dipana verso l' esterno creando in successione le sfere dell' Essere ed infine si riassorbe nel centro ( attraverso il filo o sutra, l' asse, il cammino dell' albero della croce) , come raffigura il disegno che precede le poesie: spirale della voce in espansione nello spazio tridimensionale nel modo illustrato da René Guenon (Il Simbolismo della Croce):
esplode, déntro la sua luce, come - amore e filo!
...
divampato in cielo bianco, a margherita -
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a turbine di moti, risorti, a vortice sull' acqua
...
refolo che cresce sul rivolo di un giorno – eterno- di farfalle -
...
eterna la farfalla
Il segno del “bimbo”:
Maria Sua Madre come bimbo cullava questa vita
bimbo, refolo, specchio, rondine, albero-foglia, sfatto e ricomposto ... moltiplicazione dell' endiadi : evaporazione dell' immagine nutriente mistico-biologica in vita sparsa come perla fulgida e leggera ... natante di rugiada ... brina. La parola refolo denota l' alito, penetrante attraverso la porta della Madre, che unisce mondo ed abisso; tuttavia questo significante è già presagio di ciò che incontreremo nella Prima Stazione – Gesù è condannato a morte , cioè il processo in cui Gesù sarà giudicato re folle dalla folla: la visione si presenta nitida, la persona ferma davanti al sinedrio e al tribunale del mondo. La stessa domanda è rivolta a ciascuno di noi che occupiamo questa piazza, e rappresenterà il capo di accusa: chi dite che io sia. Risponderemo come i Giudei: crocifiggi! il Re Folle? Ogni Stazione è un dipinto in cui Silvia Comoglio, sopra la trama sbiadita, focalizza alcuni particolari lasciando al lettore il compito di ricostruire la parte mancante del cammino sulla base della memoria tramandata nei Testi Sacri. Nella Prima Stazione lo sguardo fissa il bacile dove Ponzio Pilato già lavò le mani:
di dubbio già molato nell' acqua di un bacile
Il mondo qui non si dice secondo verità ma è molato, tritato, filtrato dal dubbio sistematico: Cos' è la verità? chiede Pilato. Poi lo sguardo volge alle persone presenti sulla piazza, simili ad alberi privi di radici e di rami ( uomini alienati nella disperazione del presente )
alberi ghermiti da futili linguaggi: ombre immedicate privati di ogni loro forma
manichini impagliati, involucri vuoti di pelli di cane: e pellicani tutti sparpagliati. Mummie, cinocefali guardiani dell' Ade. Insieme formano una ottusa massa compatta: cúbiti di olmi e bocche. Di fronte alle persone declinate si erge in contrapposizione la figura del Cristo :
immoto soffio che si inarca di ciottoli silenti a terra rovesciati nell' alba appena simulata
il Cristo ossimoro (immoto soffio) , impensabile singolarità distesa come un manto sopra la molteplicità : come il pellicano nutre i figli con il suo sangue e non giudica, il suo sguardo abbraccia tutti :
in lunga e minuziosa má-ssima carezza.
Biblica l' arca, apocalittica la presenza dei ciottoli silenti a terra rovesciati: a ciascuno sarà data una pietruzza con inciso il nuovo nome segreto da serbare in bocca: in ore ( os- oris, lat. Bocca): “una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all' infuori di chi la riceve” (Apocalisse di Giovanni, III) . Sono i lapislazzuli di Terezin :
E poni, poni un sasso, a nitore di fulgido turchino un sasso grande, in ore di cesura di nudi amori nudi,
Nella “Seconda Stazione – Gesù è caricato della croce” il viso di Gesù è un ritratto di dolore impronunciato, deformato in lume del suo pianto; l' asse orizzontale della croce , caricato sulla spalla modesta di portata, appare dono di ogni sua larghezza. L' occhio del poeta indugia sulle mani che stringono il legno:
dove è stabile guardare stringere le dita all' ultima dimora
e sull' orma del piede che avanza . Orma semplicemente vuota, sprofondata nella sabbia? Croce espansa e rovesciata , enigmatica come l' impronta palmata disegnata sulla copertina di Via Crucis, dell' a-natra che alza :
il volto già curvato fino all' orizzonte, al lembo ultimo del cielo:a- natra che alza , in volo sopra l' acqua
La spalla-asse della croce - soglia illimitata per un corpo- rivela l' intima connessione del Figlio con la Madre ; la Croce, albero rovesciato – via che unisce terra e cielo - affonda nel Cielo radici che riemergono lungo i passi della passione:
crescere d' intero l' orma che smuove fasci di radici .
...
nell' albero che crebbe disperso e capovolto in essenza pura di radice: càrdine che giunse
Gesù cardine del mondo, Gesù ordine del mondo – ordine di Croce – ordine di foglia:
cardellino in lunga traversata nel porto di ogni casa.
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