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anno 2014
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Essere essenza 
di Armando Bertollo esperienza della luce
Commento di Sergio Zanone
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Essere
essenza
guada
fiume strada
E'
necessario ritornare ad Essere essenza: questa poesia di
Ribeltà , infatti , è presente in due
differenti configurazioni visive. In entrambi i casi la
disposizione del testo nella pagina non cambia , tuttavia lo
sviluppo degli elementi grafici e una diversa gestione dell'
economia dello spazio creano nuovi ambienti e nuovi significati.
Il ritmo della poesia, come ci indica la ripetizione del
ritornello guada fiume strada, è quaternario.
Bertollo costruisce sopra questo ritmo un quadrilatero , una
figura a forma di rombo: l'aquilone. Ai vertici opposti dell'
aquilone egli colloca le parole Essere essenza, passò /
Acqua , onda biancheggia. In sintonia con il simbolismo della
tetrade egli definisce uno spazio e un tempo “terrestri”,
il recinto, l'orto: lo spazio delle parole contenuto,
protetto dai cardini (punti cardinali, ovverosia punti temporali:
solstiziali ed equinoziali); si tratta del tempo che appartiene
agli uomini e alle cose , il luogo del divenire. Il luogo ove l'
Essere si manifesta nel movimento : il passaggio dell' Essere, la
vibrazione della Sostanza (Acqua). Certamente non
reliquiario : vi è un superamento del nichilismo
contemporaneo nel viaggio dell' Essere nel deserto, attraverso
lo sfacelo dell' Essente, oltre la Volontà. Nella prima
poesia lo spazio “esterno” all' aquilone è un
paesaggio saturato dalla proiezione degli elementi “interni”
del quadrilatero: riconosciamo Essere essenza nella forma
del sole che tramonta (passò) , la strada
verticale, il fiume diagonale , la presenza di una
linea dell' orizzonte alta sull' orizzonte. Le immagini appaiono
stilizzate, evocanti l' archetipo: idee nel senso
platonico del termine, “segni di ciò che non è
e non può mai divenire percepibile con gli occhi del
corpo”. Tutto ciò definisce il soggetto,
ovverosia il punto di osservazione , nell' ottica esistenziale
della croce: colloca l' uomo nel fango o nella sabbia, lo dice
umile (humilis) , lo spiaggia: il suo pensiero vola al
centro della croce. Sopra la superficie dell' acqua il
quadrilatero si presenta come una zattera : il momento della
salvezza. Essere essenza è in cammino fino al
plesso. Il plesso è un punto strategico, un
ganglio di vitale importanza , l' agglomerato reticolare dei
vasi sanguigni e delle nervature : cerebrale, il luogo già
dato della cultura . “Crocevia” del duplice moto
implicito nel primo verso; verso del guadare, ovverosia
moto che attraversa il fiume strada da sponda a sponda
.... verso del risalire o discendere il fiume strada, moto
la cui origine e la cui fine si perde all' orizzonte dello spazio
e del tempo. Il plesso è l' incontro tra il Finito
e l' Infinito, il centro della croce. E, d' altro canto, “Essere”
è il verbo infinito di tutti gli Enti, Essenza il nome
proprio di ciascuno di essi, ciò che a ciascuno è
più caro. Il plesso è l' attimo, l' istante
in cui Essere essenza si ri-trova nel prae-s-ens :
nel presente infatti ogni cosa, ogni ente, sta di fronte all'
Essere e di fronte alle altre Cose. Il presente è l'
attimo della relazione che raccoglie in sé tutte le cose
date e le offre , come un dono , alla visione poetica. “guada”
: l' atto dello sguardo ( gua(r)da ) purgato
dal primitivo suono del rombo, in un certo senso uno
sguardo distillato e purificato dalla ridondanza della forma
esuberante ( letterale ® ), uno sguardo illuminante-aprente
. Ma vi è un altro centro : il baricentro, il centro
dell' equilibrio, l' incrocio delle diagonali che uniscono
Essere essenza con passò e Acqua con
onda biancheggia. L' equilibrio tremolante sul pelo
dell' acqua ove le cose appaiono oscillando tra il grado
massimo della loro presenza e il massimo della loro assenza:
esistenza ed inesistenza. Nella seconda poesia lo spazio
“esterno” è stato desaturato: Bertollo
conclude così il processo di formazione dell' idea
: il mandala che ne scaturisce rappresenta il limite in cui il
mondo della natura si è fuso con il mondo della psiche.
Il centro della totalità è ora contenuto nel rombo.
La proiezione è stata riassorbita e il paesaggio è
diventato paesaggio dell' anima. Anima-vento : l' aquilone
viaggia nel cielo, trasportato dal vento. Spazio dell' anima.
Nella sottrazione, dice Heidegger, la percezione delle cose
viene ampliata coinvolgendo nel processo di formalizzazione l'
uomo in quanto corpo: “ Ίδέα
infatti non indica solo l' aspetto non sensibile di ciò
che è visibile sensibilmente. Aspetto, ( Aussehen) ,
Ίδέα , si chiama anche ciò
che costituisce l' essenza in quello che si può udire,
toccare, sentire, che è comunque accessibile” .
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cfr.
E. Montale
cfr.
Martin Heidegger
cfr.
F. Nietzsche
Martin
Heidegger, saggio La questione della tecnica in Saggi
e discorsi, Mursia Edizioni
cfr.
M. Eckhart
cfr.
M Heidegger
cfr.
F. Nietzsche
cfr.
M. Heidegger
cfr
.Coomaraswamy
cfr.
M. Heidegger
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Le
linee perimetrali del rombo sono in parte scomparse tuttavia la
tetrade acquisisce un maggior senso tridimensionale : quattro
sezioni , come i petali di un quadrifoglio, sembrano dilatarsi
seguendo un andamento spiraliforme a partire da un centro
retrostante. E' la pupilla dello sguardo illuminante-aprente
di una galassia swastika, ove astro tremolante luccica .
Il dinamismo ed il “peso” dei segni nel rombo è
più complesso e calibrato : le parole stesse sono
significanti visuali, linee orizzontali, chiasmi di
connessione tra ponti verticali: aste. Qui l' orecchio è
anche occhio. L' architettura della parola costruisce liberando
lo sguardo e la parola. Il passaggio dalla poesia 1 alla poesia
2 , oltraggio alle mura della città, apre il
quadrilatero : inizia, con l' uccisione di Abele ( la Parola
originaria) , la vi(t)a mortale di Adamo (l' Umanità).
Poiché Caino, in ebraico qin קין
,
significa asta e per estensione attendamento, città
aperta, mentre Abele , ebl הבל
,
“ ha valore di città chiusa : la figulata per
eccellenza: Babilonia di cui esso Abele ha il nome. Lasciando
vedere l' atto fratricida di Caino consistere nel rompere la
muraglia traendo a campo aperto la città murata. E poichè
egli ha aperto la matrice di Eva, dal fatto che i primogeniti
sono nominati in ebraico: apritori della matrice, il suo voluto
delitto risponde al peccato originale di Adamo” .
Appartiene all' essenza di Abele la necessità del
nascondimento, della protezione. Lallazione : morfogenesi
linguistica : “b-abele” , in quanto parola della
bocca e della saliva, è la prima parola del neonato ,
L'
uomo balbettante
il
fugace viandante
Caino
incapace
di rivestire le forme, abita un segno de-cadente,
rozzo , selvaggio come la lama del rasoio: il segno
dei malsani fumi, dei crocevia complessi, gorghi,
strade scoscese e irte, piazze dagli incolti profili di
cariatide viva : il segno del nichilismo contemporaneo. Lo
sfregio , fonte di senso - è sempre un
oltraggio, un atto sacrificale, una necessità
rituale: ogni passo è ferita che vorrei non segnare:
la violenza del labirinto labiale , l' ira
, consegna all' urna lo scheletro della struttura primitiva del
senso . Scheletro, nucleo di immortalità, Luz.
Parabola: dall' urna sgorga la nuova acqua viva ,
cristallina, pura ( Perchè mi percuoti?) , la
Vita Nova, l' acqua che disseta il corpo e l' anima della
Samaritana al pozzo di Sichem:
Ogni
azione - ogni furore è segno vitale ,
lo
spazio , ossario del senso
Scheletro
da riesumare : ossa slegate , ossa deposte , spoglie di un
mondo caduto : il teschio di Adamo sepolto sotto la Croce
, il Golgota, l' emblema dell' Umanità sacrificata
alla deriva sulla superficie dell' Anima . Alla Parola –
albero della Croce - albero vivo che il mio incolto potere
aveva ucciso - non sarà torto alcun osso.
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E.
Jacobitti, Il sacro nelle antiche scritture, F.lli Melita
Editori pag 96
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Il
guado di Essere essenza , il
linguaggio
rigido
e
nero
reticolo
proteso a
pescare
nel vuoto
nel
tempo
oltraggia
la superficie bianca della pagina, lo spazio in-corrotto.
Misera pesca : le reti son vuote. Il Re pescatore ancora non rema
con remi d' oro, ... solo dove l' onda
biancheggia - dove l' anima spuma - anima-acqua –
appare la speranza , come un presagio: qui avviene la
metamorfosi delle ossa in sasso. L' infaticabile lavorio
dell' acqua e del tempo ha reso la pietra levigata , preziosa
come il diamante. C' è un mistero, un segreto nascosto
in questa poesia: è il dinamico ed enigmatico nucleo
perdurante dell' essenza. Heidegger ( saggi
“La questione della tecnica” e “Scienza e
meditazione” in Saggi e discorsi, a cura di Gianni
Vattimo, Mursia Edizioni) ci parla di Essere essenza e
dell' arcano. Essere essenza è un “non
so che che si trova per caso” : l' intima unione ,
nel movimento, di ciò che appare e ciò che si
nasconde : lo Sposo e la Sposa ( Cantico dei Cantici), la luce
e l' ombra (sui lati contrapposti del monte) , lo yang e lo yin
(nel cerchio del Tao) , l' Apollineo e il Dionisiaco ( F.
Nietzsche) , il dis-velamento e il nascondimento (M. Heidegger).
Fondo dell' anima, Castello impenetrabile persino
allo sguardo di Dio: casa della Divinità; “fondo
dell' im-posizione, relazione-impiego in cui il soggetto e l'
oggetto vengono entrambi assorbiti. Questo non vuol dire che la
relazione soggetto-oggetto scompaia; anzi, proprio il contrario:
essa perviene ora alla sua dominazione estrema” .
O
voi ch' avete li ' ntelletti sani,
mirate
la dottrina che s'asconde
sotto
' l velame de li versi strani
Dante
Alighieri, Canto IX : il girone degli Eretici , presso la città
chiusa di Dite: il fondo della Parola violata; doppio sigillo,
poiché alla fine dei tempi anche i sepolcri degli
eresïarche saranno chiusi per sempre nella città
chiusa : si noti qui il duplice parallelo con Essere essenza.
Dite rappresenta il lato oscuro , inviolabile, misterioso,
in-apparente della Parola custodita nella città , castello
→ orto → casa → pietra → lettera “B”:
B-abele, B-abilonia. “Già Socrate e Platone
pensano l' essenza di qualcosa come ciò che è, nel
senso di ciò che dura. Tuttavia pensano ciò che
dura come ciò che perdura. E ciò che perdura, poi,
lo vedono in quello che, in qualunque cosa accada, si mantiene
come il permanente. Questo permanente, poi, lo trovano nell'
aspetto (idea) , per esempio nell' idea casa.”. ב
Bêt,
“lettera che nell' alfabeto ebraico significa casa :
lettera di grande importanza, poiché la Bibbia inizia
con la lettera Bêt ( in principio: bereshìt ,
בראשית
)
... rappresentando una casa, , figura la casa metafisica d' ogni
essere umano e al contempo l' intero creato, quale Casa di Dio
... acronimo di bàyit (casa, tenda) è stata
considerata anche il luogo intimo, appartato, nelle visioni del
mistico, nel mondo ma non nel mondo” .
|
cfr.
F. Nietzsche
cfr
M. Heidegger
cfr.
S. Juan de la Cruz
cfr.
M. Eckhart
Heidegger,
op. cit.
M.
Heidegger, op. cit. pag 23
Gabriel
Mandel , L' Alfabeto Ebraico, Mondadori
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Fate
attenzione: è necessario lasciar passare l' oltraggio,
“tener lo viso chiuso” : nel modo della
visione e dell' ascolto , “là dove
domina l' im-posizione, vi è pericolo nel senso supremo”:
Volgiti
'n dietro e tien lo viso chiuso;
che
se 'l Gorgon
si mostra e tu 'l vedessi,
nulla
sarebbe di tornar mai suso.
“Il
destino del disvelamento è, in quanto tale, in ognuno dei
suoi modi e perciò necessariamente, pericolo... l'
im-posizione maschera il risplendere e il vigere della verità”
assorbendo il soggetto nella tenebra del caos che domina il
reale: pericolo della dissoluzione, terra deserta : sfacelo
dell' essente. Il
“permanente” si configura quindi come l' ordine,
accessibile solamente alla grazia poetante, che la Parola
pre-suppone al tenebroso caos :
Tu
poeta, nel torbido universo
t'
affisi, tu per noi lo cogli e chiudi
in
lucida parola e dolce verso
si
ch' opera è di te ciò che l' uom sente
tra
l' ombre vane, tra gli spettri nudi.
...
poeticamente abita l' uomo su questa terra
Venne
a la porta, e con una verghetta
l'
aperse, che non v' ebbe alcun ritegno.
Come
la lettera “S” in Bertollo è il
segno visibile ed invisibile della potenza manifesta e non
manifesta dell' Essere ( il simbolismo della verghetta ) , la
lettera “R” , centro del gorgo
, è il segno visibile della ridondanza caotica : il
segno dell' ombra. ר
Rêsh
, “lettera che nell' alfabeto ebraico significa testa ( di
profilo) : ha la forma di un uomo curvo, e raffigura
quindi la conformità alle norme sociali, l' uomo
asservito, povero, l' esperienza della povertà ; ma
simbolizza anche la mente che si china per organizzare il
ragionamento... il primo termine che nella Bibbia incomincia con
questa lettera è rà'ash, rumore: questo contrasto
pone maggiormente in evidenza il valore del silenzio per la
meditazione, la preghiera, il pensiero... la Rêsh è
la torre costruita dalla generazione di Babele, il cui capo
toccava il cielo, come è detto: Una torre il cui capo
tocchi il cielo (Genesi, 11 – 4 ) ... usata come segno
grammaticale, questa lettera è nella lingua ebraica il
segno di ogni movimento, buono o cattivo ”.
Estrapolando la lettera “R” dallo sguardo, Bertollo
procede verso il silenzio della meditazione e contemporaneamente
rallenta ogni movimento: libera il flusso del pensiero :“Il
sasso affonda piano”. L' abrasione della r conduce
verso la verità: questo è un procedimento
linguistico archetipico , come ci testimonia Eugenio Jacobitti :
“Verità risponde alla voce : Selah, forma di
invocazione del Signore usata particolarmente da David che a
Salmo 143 ver. I scrive: באמרנתך
-
in verità tue - simbolo essenzialmente composto di אמר
parola
e נת
l'
atto di donarla. Rileviamo da questa estesa forma del simbolo
verità essere abrasa l' erre nelle ordinarie forme
ridotte אמנתה
,
אתך,
אמת
,
ed in queste passare la radicale al simbolo אם
,
madri, genti, popoli, metropoli. La metropoli città madre
e capitale è adunque la fonte di verità” .
Verità è quindi l' atto del raccoglimento
meditativo nell' utero della madre , in contrapposizione alla
dispersione ; è “l' iniziatore procedere nell'
una ( la parola) a radunare i molti” . La
corrispondenza nel linguaggio originario tra il suono e il segno,
l' unione del significante con il significato, è dottrina
presente sia nella cultura orientale ( indù) che in
quella occidentale: l' esempio nel Cratilo di Platone si avvale
proprio della lettera Rho . Il sasso affonda piano :
nello sprofondamento Essere essenza scompare alla visione
(poiché Essere essenza è esso stesso pietra
levigata) : “l' acqua che non cela i suoi immersi , sarà
l' acqua viva , qual' è detta quella del fiume איר
:
fiume, Nilo, luce, ... bocca , tempo della parola pronunciata,
verdeggiamento di Dio”:
|
M.Heidegger,
op. cit.
Dante
Alighieri, Div. Comm.
Giovanni
Pascoli, Myricae cit. dalla poesia I due fuchi
cfr.Hölderlin
Dante
Alighieri, Div. Comm.
Gabriel
Mandel, L' Alfabeto Ebraico, Mondadori
E.
Jacobitti. op. cit.
cfr.
Grazia Marchianò , La parola e la forma, Dedalo libri pag.
61
E
. Jacobitti, op. cit pag. 21
|
|
al
contrario l' acqua che nasconde per sempre ciò che in essa
sprofonda è Stige, Gorgo, bocca che a-spira la parola,
de-creazione, buco nero al centro della galassia,
torbido universo, “tenebra חשך
nel
senso di caligine, densa nebbia radunata di vapori vesciculari
che sogliono coprire particolarmente alla sera e al mattino
terre umide e basse” . Nel momento stesso in cui la
pietra rivela la propria presenza oggettuale
apparendo alla visione come una cosa reale ( la
“superficie esterna , lucida e risplendente”,
l ' aletheia 'Aλήτεια
o veritas della cosa, “la disvelatezza
da e in cui la cosa presente si dispiega come presente”)
, essa cela e custodisce in sé l' appello e la
vocazione alla libertà . Mirate la dottrina
che s' asconde: “questo significa teoria -
Τεωρία
- nel senso antico, cioè primitivo
ma niente affatto invecchiato :
il
guardare, custodendola , la verità” ;
questo
significa pensiero poetante : lasciar risuonare la parola
: “onorare la dea” , cioè “contemplare
ciò che si mostra all' apparenza e , in quanto tale,
risplende”
come
astro tremolante luccica
Contemplazione
significa saper porre all' Essere essenza la domanda
giusta : “Perchè il domandare è la pietà
del pensiero” . Heidegger dice: “ Lo stato di
cose che domina l' essenza della scienza, cioè della
teoria del reale, è l' inaccessibile inaggirabile che
passa costantemente inosservato” : l' Essere essenza
nascosto nella pietra. In questo contemplare si dischiude
l' essenza della libertà simile ad una radura, ad un
bosco diradato , ad uno spazio ordinato-aperto dove penetra la
luce ( lichten) . Uno spazio dove è possibile
respirare e quindi vivere . “La libertà
custodisce ciò che è libero , nel senso di ciò
che è illuminato-aperto ( Gelichtetes), cioè nel
senso del disvelato... nascosto e sempre in atto di nascondersi è
però appunto ciò che libera, il segreto. Ogni
disvelamento viene dal libero, va verso il libero e porta nel
libero. La libertà è il nascondimento
illuminante-aprente nella cui apertura si dispiega quel velo che
nasconde l' essere essenziale di ogni verità e che fa
apparire il velo in quanto nascondente. La libertà è
l' ambito del destino ( inteso nel senso di destinazione
appropriata, risposta all' appello della vocazione ) il quale
di volta in volta traccia la via a un modo del disvelamento... La
contemplazione è il tranquillo abbandono a ciò che
è degno di essere domandato e quindi il tentativo di
aggirare l' inaggirabile, di afferrare l' inafferrabile che si
dispiega e domina in ogni scienza... la meditazione ci mette essa
sola sulla via verso il luogo del nostro soggiornare... apre una
via, ci indica un cammino nella direzione di ciò che è
degno di essere domandato”. Concludiamo con il verso
di Dante:
Or
ti piaccia gradir la sua venuta;
libertà
va cercando, ch' è si cara,
coma
sa chi per lei vita rifiuta.
(Dante
Alighieri, Purgatorio I , 70 -72)
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E.
Jacobitti
M.
Heidegger
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