Gli anni Settanta sono stati per gli italiani un passaggio epocale, all´incrocio di molte speranze e molte tempeste.
Mentre emergevano nuove forme di cittadinanza e si manifestavano soggettività politiche autonome e originali, il
paese tentava di superare i vincoli imposti della guerra fredda per affermarsi come matura democrazia dell´alternanza.
Dinamiche di partecipazione e visioni di riforma parzialmente sconfitte, per un decennio che si chiudeva nella
restaurazione e nella violenza.
Giovanni Moro ci riporta a quegli anni oltre la dietrologia e il revisionismo , forme gemelle di arroganza del pensiero ,
distinguendo tra storia, politica e vicenda giudiziaria. E restituendo a quella nostra stagione i tratti pieni e complessi
della verità, sola misura di giustizia e unica condizione per una memoria non condivisa ma finalmente comune. Perchè nessuno
può saltare oltre la propria ombra, come scriveva Heidegger. E quell´ esperienza ha forgiato la nostra identità nazionale in
modo più profondo di quanto non vogliano farci intendere i fautori del silenzio, della vergogna e della nostalgia.
Giovanni Moro (Roma ,1958) è presidente di Fondaca e insegna alla Facoltà di Scienze della formazione dell´Università di
Roma Tre. Sociologo e politico , ha pubblicato Manuale di cittadinanza attiva (1998), Plusvalori . La responsabilità
sociale d´impresa ,con Alessandro Profumo (2003) e Azione civica (2005). Per molti anni è stato segretario generale del
movimento Cittadinanzaattiva
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