I confini della terra sono diventati pure e semplici barriere che non disegnano più il confine
delle patrie, ma gli steccati in cui tentiamo di recingere il nostro territorio e chiuderci dentro la fortezza del nostro
Occidente democratico.
Al di là del muro ci aspetta la barbarie. Sotto questo termine, infatti , siamo portati istintivamente a
vedere il nemico della civiltà .Tutto ciò che è inassimilabile alla nostra identità e alle nostre tradizioni diventa
immediatamente disvalore. Anche perchè la barbarie è una minaccia indiretta e primordiale alla nostra esistenza .
Il punto di vista che ci guida qui è però un altro . Il sentimento diffuso e di pancia per cui la civiltà occidentale
sotto attacco è solo il sintomo di un disagio dovuto alla traformazione della condizione umana . Questo libro
indaga , nella luce ambigua che implica la visibilità del suo oggetto , le spie contraddittorie del fenomeno della
barbarie.
Il suo metodo è unicamente basato sull´esperienza soggettiva e patologica del rifiuto e dell'ostilità come una
salutare e brutale reazione alle maschere postmoderne e alle mistificazioni che si aggirano intorno ai valori
occidentali.
Igino Domanin , scrittore, filosofo , giornalista, svolge la propria ricerca nel campo
dell´ Antropologia filosofica e della Teoria della comunicazione. Ha pubblicato di recente
il volume di racconti Gli ultimi giorni di Lucio Battisti (peQuod , 2005), e il saggio, insieme
con Paolo D´Alessandro , Filosofia dell´ ipertesto (Apogeo, 2005).
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