Titolo originale : Le pii. Leibniz et le Baroque
Consacrato a Leibniz, ma dedicato a esplorare i piú diversi aspetti della cultura barocca, dall´estetica alla
metafisica, dall´architettura alla matematica, dalla pittura alla musica, questo saggio ormai classico di Deleuze
cerca di definire, attraverso la metafora della «piega», il costituirsi dell´anima e dell´esperienza moderna. Se la
piega è sempre esistita nell´arte, caratteristica del Barocco è quella di replicarla all´infinito. La filosofia di
Leibniz è dunque una filosofia barocca per eccellenza, proprio perché in essa tutto si piega, si dispiega, si ripiega.
Partendo dalla celebre tesi leibniziana dell´anima come monade , Deleuze giunge cosí a scoprire l´essenza del neobarocco moderno
, seguendo la storia della piega infinita nel suo manifestarsi, «piega su piega», in tutte le espressioni artistiche:
nella poesia di Mallarmé, nel romanzo di Proust, nell´opera di Michaux, nella musica di Boulez, nella pittura di Hantai.
L´infinito riprodursi delle pieghe, il loro incessante stratificarsi, produce composizioni visive, rapporti aritmetici,
«accordi», che contribuiscono alla creazione di quella «nuova armonia» a cui la filosofia, come suggerisce Deleuze, non
deve mancare di ispirarsi.
Rispetto a quella del 1990, questa edizione presenta una nuova traduzione e un saggio introduttivo di Davide Tarizzo.
Gilles Deleuze (1925¬95) è stato uno dei protagonisti più originali e controversi del pensiero filosofico¬politico
contemporaneo. Di lui Einaudi ha pubblicato Marcel Proust e i segni (1967 e 2001), L´Anti-Edipo. Capitalismo e
schizofrenia (con Félix Guattari, 1975), Che cos´è la filosofia? (con Félix Guattari, 1996 e 2002),
Il bergsonismo e altri saggi (2001) e Nietzsche e la filosofia (2002).
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